Riceviamo e pubblichiamo l'interrogazione rivolta al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti a prima firma dell'On. Andrea Maestri e degli On. Civati, Brignone, Pastorino (Sinistra italiana-Possibile), con la richiesta di rendere strutturale il pensionamento anticipato tramite l'opzione donna e di permettere l'accesso tramite il cumulo dei contributi con la gestione separata Inps.

Pensioni anticipate e OD: le premesse ed il contesto di riferimento

Nella propria interrogazione l'On Maestri si rivolge "al Ministro del lavoro e delle politiche sociali per sapere, premesso che:

  • a causa del mancato inserimento della proroga nella scorsa Legge di Bilancio 2017 (legge 11 dicembre 2016, n. 232), Opzione donna risulta al momento conclusa al 31 dicembre 2015. La legge di bilancio 2017 è intervenuta soltanto dando la facoltà di estendere il regime OD retroattivamente anche alle lavoratrici che al 31 dicembre 2015 avevano compiuto 57 anni, se dipendenti, e 58 anni, se autonome ma che a tale data non erano in possesso degli ulteriori tre mesi richiesti per effetto degli incrementi alla speranza di vita applicati dal 1 gennaio 2013;
  • l'estensione è stata però concessa a condizioni altamente penalizzanti: le lavoratrici devono accettare che la pensione venga liquidata interamente con il calcolo contributivo, rimettendoci perciò in media tra il 25 e il 40 per cento dell’importo loro spettante;
  • anche attraverso una petizione online lanciata sulla piattaforma change.org, migliaia di lavoratrici da mesi stanno chiedendo al Governo la proroga della misura al 2018 e/o di renderla strutturale per tutte le lavoratrici e come scelta su base volontaria;
  • le firmatarie elencano una serie di motivazioni più che sensate e rispecchianti la condizione delle donne lavoratrici nel nostro Paese - che rendono la loro richiesta totalmente condivisibile e da attuare anche per far fronte ai gap socio-economici delle donne italiane attestati recentemente dai due studi elaborati dal Censis e dall'Ocse che confermano che l'Italia resta fanalino di coda in Europa nel superare le differenze di genere;
  • uscire anticipatamente dal mondo del lavoro con la certezza di un reddito fisso, tra l'altro, permetterebbe: di dare sostegno i propri anziani, a figli e nipoti, dato che le donne in Italia, ancora oggi, rivestono un ruolo di caregiver come unico ammortizzatore sociale in un welfare praticamente inesistente;
  • a chi non ha più un lavoro certo, di preservare la propria dignità e non dover diventare un peso per la società, dal momento che, concedendo la pensione a 57 anni, si eviterebbero eventuali sussidi di disoccupazione o ammortizzatori sociali;
  • di dare il via a un ricambio generazionale, con un corretto ripristino di quel turnover tra anziani e giovani adesso più che mai indispensabile;
  • notevoli risparmi nel medio-lungo termine per lo Stato, poiché si tratta di una misura che non grava sul bilancio pubblico, dato che si basa su un calcolo che riguarda unicamente il sistema contributivo, con una rinuncia permanente, mediamente di circa il 30% dell’assegno pensionistico.

Pensioni anticipate opzione donna: rendere strutturale la misura ed eliminare la discriminazione in gestione separata

Si evidenzia quindi che "le lavoratrici chiedono di tener conto dei risparmi derivanti dal monitoraggio del “contatore” resi noti al 30 settembre di ogni anno", affinché quest'ultimi" siano destinati a Opzione Donna e alla sua prosecuzione e, soprattutto, vorrebbero l'eliminazione di quell'odiosa discriminazione che impedisce alle lavoratrici autonome in "gestione separata" di accedere alla misura.

Purtroppo fonti di stampa confermerebbero le indiscrezioni secondo le quali nella fase 2 del confronto sulle Pensioni tra Governo e sindacati non sarà discussa la proroga al 2018 del regime sperimentale Opzione Donna". Si chiede quindi al Ministro del Lavoro "se il Governo confermi o meno queste notizie e se voglia rispondere alle tesi avanzate dalle lavoratrici interessate della proroga del regime di Opzione Donna al 2018 e alla proposta di rendere la misura strutturale e se non ritenga opportuno e corretto, in previsione dei confronti con i sindacati sulle pensioni, prevedere un incontro con una delegazione di lavoratrici del Gruppo Opzione donna al 2018, o invitarla direttamente in sede di confronto tra le parti".