Mentre i sindacati vengono ricevuti a Palazzo Chigi dal Premier Gentiloni per tornare a discutere di previdenza e soprattutto dell’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni, va registrato un intervento radiofonico di Elsa Fornero, l’ex Ministro del Governo Monti nonché autrice materiale della riforma previdenziale che porta il suo nome. La Fornero ha parlato di aspettativa di vita e dei progetti che il Governo sembra avere per quel meccanismo che sembra sia necessario e che porterà inevitabilmente le Pensioni a 67 anni dal 2019. Ecco cosa ha detto l’ex Ministro, che oltre a contestare la piega che sta prendendo la situazione previdenziale in vista dell’approvazione della Legge di Bilancio, si spinge a consigliare una sua personale soluzione alle problematiche pensionistiche che è bene dirlo, proprio lei ha contribuito ad innescare.
Rinvio non è da Governo coraggioso
Quando nell’ormai lontano 2011 la Fornero chiese sacrifici agli italiani, pensionati su tutti, era il periodo dello spread impazzito e della grave crisi economica globale. Va ricordato che il Governo Monti, di cui faceva parte la Fornero fu un Governo tecnico, non eletto ma creato per pilotare l’Italia fuori dalle sabbie mobili della crisi. Le lacrime della Fornero quando in Conferenza Stampa elencò le norme che avrebbero fatto soffrire gli italiani per gli anni futuri sono ancora un ricordo di tutti. La crisi, almeno secondo la Fornero spinse l’allora Esecutivo a intraprendere una via che in quanto a gradimento dei cittadini era sicuramente ai minimi storici.
Ma fu un atto di coraggio, lo stesso coraggio che secondo la Fornero manca all’attuale Governo. Intervenendo oggi ad una trasmissione radiofonica di Radio Cusano Campus (l’emittente radiofonica della famosa Università) la Fornero si è detta delusa da un eventuale rinvio della decisione di applicare l’aumento di età pensionabile per via del meccanismo aspettativa di vita.
Secondo l’ex Ministro, un Governo che rimanda una decisione che appare inevitabile, dimostra di non avere coraggio. Prendere decisioni di questo tipo deve essere un atto di coscienza di un Esecutivo che deve avere la forza di spiegare i perché a quelle persone che inevitabilmente verranno vessati da questo aumento di età per la quiescenza.
Non è paragonabile la crisi di oggi a quella del 2011
Dati economici ufficiali, che poi sono quelli usciti nella nota di aggiornamento del Def dipingono l’Italia come un paese in lenta ripresa. I dati del Pil sono superiori alle attese in termini di positività. Resta però alta la spesa pensionistica che secondo le stime dovrebbe continuare a salire fino al 20140. Una spesa insostenibile per le attuali finanze dell’Italia. Le poche nascite, ben al di sotto del tasso di mortalità e la disoccupazione ancora molto diffusa, soprattutto tra gli over 50, mette in luce un netto disavanzo tra le entrate previdenziali dell’Inps (i contributi di chi lavora) e le relative uscite (le pensioni che eroga mensilmente).
L’Inps non può permettersi di pagare le pensioni con le regole attuali, ma per continuare ad essere sostenibile, il sistema deve prevedere per forza un innalzamento dell’età previdenziale che per le finanze pubbliche significa risparmiare molti quattrini. Secondo la Fornero ci sono scadenze improrogabili ed impegni pesanti presi dal Governo in termine di pareggio di bilancio e non applicare il meccanismo dell’aspettativa di vita, come previsto da lei nel 2012, risulta un salto nel buoi, un evento molto pericoloso. Sarebbe meglio secondo la Fornero trovare soluzioni immediate, perché un semplice rinvio di 6 mesi, cioè al nuovo Governo che uscirà dalle nuove elezioni, non risolve nulla. Cosa può cambiare in 6 mesi?
Secondo la Fornero si tratta solo di una trovata elettorale, un provvedimento preso per non creare malcontento e per non affossare il già minimo gradimento che gli italiani hanno verso l’attuale Esecutivo. Si potrebbe intervenire valutando come e se allargare la platea dei beneficiari dell’anticipo pensionistico per usuranti, valutando bene se sia opportuno, per altre categorie di lavori pesanti fisicamente o mentalmente, concedere l’usctia prevista per gli usuranti ed i notturni, cioè a 61 anni e 7 mesi.