L'Italia, il bel Paese visto da tutti come luogo di vacanza, di relax, un luogo dove trovare gente sempre allegra e ospitale, che si gode la vita e il paesaggio meraviglioso che ne comprende. Al giorno d'oggi queste sono le uniche parole di pregio destinate all'Italia, la nazione che viene ammirata da tutti per il proprio patrimonio artistico - culturale (basti pensare che nella sola Italia ci sono 50 siti Unesco), una ricchezza che non ha eguali al mondo e che ci lascia questo ultimo motivo di pregio. Una nazione che dalla sua fondazione ha vissuto periodi alti e bassi, dal periodo nero del fascismo al boom economico del dopoguerra, e che sicuramente adesso non naviga nell'oro, anzi, forse sta vivendo uno dei momenti più bui della sua storia.

Mentre le altre nazioni avanzano, l'Italia resta lì, ferma, terra di nessuno, terra senza abitanti fissi, un suolo di passaggio per chi, come i giovani, ha aspirazioni e di certo non aspetta che le cose cambino. Solo nel 2013, 94 mila italiani hanno deciso di lasciare il belpaese per emigrare in nazioni che possano offrire loro un tenore di vita adeguato alle loro aspettative e che possa fare in modo di farli sentire realizzati. E' proprio questo lo stimolo che spinge l'italiano ad andare alla ricerca di nuove realtà, il bisogno di autorealizzazione non può più essere compiuto in Italia, o almeno al momento non è possibile, e la cosa più disarmante che non lascia spazio a commenti è la percentuale di neolaureati che lasciano la patria: il 34% decide di fare le valigie e andare via.

Un neolaureato su 3 decide che questo non può essere un posto adatto a ciò che ricerca e a ciò che il mercato offre e decide di spostarsi in nazioni dove è più facile trovare impiego e dove poter mettere in mostra le proprie capacità che, in Italia, sarebbero rimaste nell' oblio. Il 64% degli emigranti proviene dal Meridione, terra che da secoli non ricopre più la parte di spicco che aveva prima dell' unificazione d'Italia, si stanno facendo passi indietro e non soltanto nel campo politico (sempre stato debole, basti pensare alla forte corruzione), ma anche in campo economico dove ormai il settore primario e il turismo rappresentato l'unica fonte di provvigione.

A chi si dovrebbe attribuire la colpa di tutto questo? Perchè l'Italia deve essere vista solo come posto dove il cibo è buonissimo ed il mare è meraviglioso? Le nazioni emergono e l'Italia resta a guardare restando sotto lo scacco delle nazioni più potenti e ormai sull'orlo del collasso, sovrastata di debiti e aggrappata alla moneta unica.

La mancanza di unità di questo Paese e la corruzione hanno portato allo sfascio dell' economia, mai stata florida, e vede tanti ragazzi, delusi e arrabbiati di essere cresciuti in un posto che non li ha potuto dare quello che volevano, cercare di sopravvivere non è la stessa cosa che vivere. Secondo recenti statistiche, gli italiani all'estero sarebbero 4.500.000. Gli oriundi, secondo il Ministero degli Esteri, sono 58.500.000; un'altra Italia. Come detto, a partire dai primi anni '70 l'Italia si trasforma, quasi inavvertitamente, in paese d'immigrazione. I flussi in uscita non si sono però interrotti del tutto. Quella che una volta era partenza di massa si configura ora come fuga di cervelli, per i quali sono auspicabili, e obbligate, adeguate politiche di rientro e reinserimento, al momento, purtroppo, decisamente improbabili. E' questo uno dei compiti principali di una classe dirigente alle prese con un'interminabile crisi d'identità.