Milioni di italiani continuano a seguire l’iter della proposta di legge per la cannabis legale in Italia e l’avanzare del provvedimento sta portando a inevitabili quanto talvolta bizzarre reazioni. Nonostante previsioni ottimistiche da parte di chi prevede un voto già a inizio anno, è verosimile pensare che – come affermato qualche settimana fa da Benedetto Della Vedova – le carte, almeno in Aula, inizieranno a scoprirsi in primavera.

Cannabis, la 'non-droga' criminalizzata

Come ampiamente previsto alla luce della calendarizzazione, ieri è iniziato il dibattito in commissione Giustizia e Affari Sociali alla Camera sulla proposta di legge che mira a introdurre la cannabis legale nel nostro paese, secondo le modalità di cui già ci siamo occupati in passato. Come riportato dai resoconti della seduta, ripresi dal sito dolcevitaonline, pur trattandosi di una mera illustrazione del provvedimento non sono mancate scintille fra Lega e M5S.

Il Carroccio ha preannunciato voto contrario fin da subito, ma ad indispettire sono stati i richiami alla tossicodipendenza, in relazione a un dibattito che si pone come obiettivo proprio quello di scindere ciò che è droga da ciò, come la cannabis, che in tanti (compresi i promotori) considerano una ‘non-droga’ e al limite un farmaco.

Muccioli, l'eroe dei proibizionisti

Eppure, nonostante un’impostazione normativa che non prevede alcun incentivo all’uso di cannabis, ma solo una normale regolamentazione non manca chi, come Giorgia Meloni, sta rilanciando l’immagine di Vincenzo Muccioli, chiedendone l’intitolazione di una strada, pur di fare propaganda contro una legge che i cittadini chiedono da almeno 22 anni.

La Meloni, forse non memore dei lati meno limpidi di Muccioli e del suo utilizzo a dir poco discutibile della manodopera di San Patrignano, pur senza farlo esplicitamente, continua nel suo associare il consumatore di cannabis con chi, come gli eroinomani, possono avere effettivamente bisogno di un percorso in comunità. Un errore già fatto dal centrodestra quando con la Fini-Giovanardisi equiparò l’uso di tutte le droghe, di fatto fornendo un assist agli spacciatori che – come ricordato da Carla Rossi al congresso di Radicali Italiani – ha consentito una maggior diffusione di droghe pesanti fra chi era avvezzo usare quelle leggere.

Tanto le pene erano le stesse e le previsioni di guadagno maggiori, un affare per i clan.

L'ambiguità del Pd e del Governo

Ora i lavori in commissione proseguiranno con audizioni varie, poi ci si inizierà a pronunciare fino a dare vita al testo definitivo da votare – in primavera – in Aula. I tempi, infatti, non sembrano poter essere più brevi e un voto a gennaio appare ipotesi complicata, anche perché il Governo – ambiguo nel suo complesso, come il Pd ma contrario nella persona di Beatrice Lorenzin e tutto Ncd – potrebbe irrompere nella discussione con proposte come la reintroduzione della modica quantità (comunque inferiore a quella consentita dalla legge in esame) oltre la quale si ritornerebbe a incappare in sanzioni penali.

Insomma tra numeri buoni ma ancora insufficienti, la riesumazione di Muccioli, i fumatori ‘tossicodipendenti’ e la modica quantità, non sono pochi gli ostacoli ultra conservatori che i riformatori antiproibizionisti dovranno affrontare, prima di ottenere la cannabis legale con tutti i limiti di una legge comunque sempre perfettibile ma già così in grado di porre fine alle ansie di milioni di consumatori.