Qualcuno se lo sarà pur chiesto, cosa succederebbe in caso di ipotetico contatto alieno alle religioni professate sul pianeta Terra? La Nasa ha fatto molto di più, finanziando nel 2014 per 1,1 miliardi di dollari il Center for the Theological Inquiry, un istituto del New Jersey che si occupa di implicazioni sociali in ambito di astrobiologia.
All’epoca l’operazione creò una grave frattura con l’FFR, ovvero Freedom from Religion, un’associazione che lotta per la divisione tra stato e chiesa e che prese l’iniziativa della Nasa come una intollerabile, ma soprattutto inutile, ingerenza della religione nei fatti che riguardano la scienza.
Come dire, che la scienza proceda per la sua strada senza preoccuparsi dell’impatto di eventuali scoperte sulla religione.
Contatto alieno? E' solo questione di tempo
Sono molti gli scienziati che sostengono che la scoperta di una qualsiasi forma di vita extraterrestre è più una questione di tempo che di possibilità, considerando il tempo impiegato dall’uomo in generale ad accorgersi che la Terra non è l’unico pianeta del sistema solare e che in seguito i pianeti del sistema non sono gli unici dell’universo.
Quindi, alla luce di questa convinzione piuttosto estesa, la vera domanda da porsi, tra le mille che verrebbero spontanee, sarebbe di carattere puramente religioso.
Il seti (Search for Extra Terrestrial Intelligence) lavora da anni alle ipotesi di possibili implicazioni del nostro mondo conosciuto con la scoperta di una civiltà aliena, considerando aspetti quali quello della biologia, della fisica, della filosofia, fino ad arrivare alla religione.
Perché, ed è lecito domandarselo, in caso di visita extraterrestre sarebbero molte le cose da rivedere, a partire dal fatto che nelle religioni professate non viene contemplata la vita extraterrestre.
Questo punto rappresenta già di per sé, a dire di molti, una prova certa della non esistenza di vita aliena, mettendo quindi al riparo il concetto, religioso, di unicità dell’essere umano.
Secondo il SETI invece vi sarebbero 3 principi fondamentali ad avvalorare la possibilità di altra vita oltre alla nostra, vale a dire il principio di uniformità della natura, per il quale i processi fisici sulla Terra possono essere ritrovati in tutto l’universo e quindi anche la vita, il principio di pienezza, che afferma che tutto ciò che è possibile verrà realizzato riferendosi al fatto che se vi sono le condizioni giuste la vita ha inizio e infine il terzo principio, quello della mediocrità, che afferma non vi è nulla che fa della Terra un ambiente speciale.
Tre principi che se fossero esemplificati da una eventuale scoperta di vita aliena provocherebbero una disastrosa debacle della religione e una profonda crisi del credente, improvvisamente relegato a essere mediocre, non più unico ma soprattutto non più bisognoso di un dio.