Quella che ci viene consegnata dagli ultimi sondaggi politici aggiornati ad oggi 14 settembre è una realtà che per certi versi, dalla fine dell’estate ad adesso, sembra essersi polarizzata. Il PD di Renzi rimane così in testa senza perdere né guadagnare consensi seguendo un andamento che da poche settimane a questa parte potremmo definire stabile. Dietro continua la propria marcia sicura il M5S di Beppe Grillo, che rimane lontano soltanto sei punti percentuali rispetto al rivale di sempre. Continua a rimanere stabile anche la fiducia nel premier Renzi, che da inizio anno a questa parte è comunque calata di ben 10 punti.

Una vera e propria voragine, un buco nero che in questi mesi si è cibato delle miope scelte del governo, che soprattutto sulla scuola si è giocato gran parte della propria credibilità. Interessante infine il pensiero degli italiani sull’abolizione di Imu e Tasi: i cittadini dimostrano di essere più ‘furbi’ di quanto il premier non creda e memori delle ultime esperienze preferiscono mantenere un profilo basso.

Proiezioni e ultimi sondaggi politici oggi 14 settembre: Renzi e Grillo lontani 6 punti, gli italiani non credono nell’abolizione di Imu e Tasi e non vogliono la Local Tax

A finire sotto la nostra lente di ingrandimento sono gli ultimi sondaggi politici aggiornati ad oggi 14 settembre effettuati dall’istituto Demos per Repubblica.

Il PD di Renzi si trova fermo al 33%, mentre il M5S è stabile al 27. La fiducia nel premier si attesta al 40% (a seguire Salvini col 31%), mentre se si andasse ai ballottaggi a spuntarla sarebbe sempre il partito di governo (PD 53,4%, M5S 46,6). Questi dati non vanno ovviamente letti con una prospettiva ‘attuale’ ma in un’ottica di lungo periodo, ragion per cui se da una parte è vero che il PD rimane in testa dall’altra appare palese come negli ultimi mesi il partito di governo sia andato incontro ad un vero e proprio tracollo.

Assumendo la stessa metodologia d’analisi va però sottolineato che il trend al negativo sembra essersi interrotto: dalla fine di agosto in poi il PD procede infatti in modo abbastanza stabile, inversione strutturale o fuoco di paglia? E’ presto per dirlo, di certo gli italiani non credono più molto nelle parole (e soprattutto nelle promesse) del Premier.

La prova sta nel responso della ricerca condotta da Ipsos per comprendere il pensiero dei cittadini in merito all’abolizione di Tasi e Imu con conseguente introduzione della Local Tax: il 54% degli intervistati ha dichiarato che sarebbe stato preferibile prevedere una cancellazione ‘graduale’ e solo appannaggio delle classi sociali meno abbienti mentre un buon 10% l’ha definita senza mezzi termini una scelta errata specie se vista dalla parte dei Comuni. Quello connesso alle tasse sulla casa è ormai un valzer infinito sin da quando il governo Berlusconi cancellò l’ICI. Da allora si hanno avuti una serie di scompensi macroeconomici (tasse di questo tipo esistono in tutta Europa) che sono stati riassorbiti più in là con l’Imu prima e l’Iuc poi.

Come a dire, ‘prima non si pagava, poi abbiamo pagato questo e quell’altro insieme’. Di fatto gli anni di assenza dell’ICI pesano ancora sui portafogli degli italiani che ogni volta hanno a che fare con sensibili aumenti di tariffe e aliquote. Alla luce di tutto questo appare dunque comprensibile il mantenimento di un basso profilo quando si parla di tasse sulla casa. Basso profilo che sembra comunque una costante quando ad esprimersi è Renzi: la sua credibilità appare ormai flebile come la fiamma di una candela che sembra non saper più ardere.