Il tempo delle chiacchiere, delle proposte di modifica e degli emendamenti è finito, la DDL di Stabilità è diventato Legge. Infatti il 22 dicembreil Senato in terza lettura ha definitivamente approvato la manovra finanziaria che sarà valida a partire dal 2016. I delusi, quelli che si aspettavano correttivi che poi non ci sono stati, sono molti: ma vediamo punto per punto ciò con cui avremo a che fare dal 1° gennaio.

La votazione al Senato

Dopo l’approvazione in notturna del 21 dicembre a Montecitoriopresso la Camera dei Deputati, la Legge di Stabilità è finita di nuovo in Senato per la consueta terza lettura.

Dopo tutti i vari passaggi, come quelli in Commissione Bilancio, la terza lettura era considerata una formalità ed infatti il Senato ha prima votato la fiducia alla Legge con 162 voti favorevoli e 125 contrari e poi ha approvato la manovra finanziaria con 154 si e 9 no. Evidentemente molti delle opposizioni, dando per scontato la vittoria dei favorevoli, hanno preferito astenersi dal votare contro nella seconda votazione. Adesso il DDL Bilancio, la ormai famosa Legge di Stabilità o manovra finanziaria come si chiamava una volta, è legge a tutti gli effetti.

Punti fondamentali della manovra

Tra le cose previste nella legge finanziaria c’è l’abolizione della Tasi per le prime abitazioni e dell’IMU sui terreni agricoli e sui cosiddetti imbullonati.

Il canone Rai scende da 113 euro a 100 euro e sarà pagabile a rate con le bollette dell’energia elettrica. Aumenta da 1.000 a 3.000 euro il limite oltre il quale non è ammissibile l’uso del contante, ma bisogna usare strumenti di pagamento tracciabili quali assegni, bonifici e carte di credito. Prorogate ancora le detrazioni per le opere di ristrutturazione, quelle che di norma gli italiani usano scaricare con il modello 730.

Restano al 50% per le opere di ristrutturazione edilizia ed al 65% quelle per la riqualificazione energetica. Importanti sono anche i fondi stanziati per aumentare le dotazioni delle Forze dell’Ordine dopo l’allarme terroristico, per dare anche a loro il bonus da 80 euro come per tutti gli altri lavoratori, o per la cultura con gli ormai noti 500 euro ai diciottenni.

Incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato confermate anche se diminuite di entità. Si passa dagli 8.000 euro del 2015, a 3.000 euro dal 1° gennaio. Resta sempre in piedi la decontribuzione totale per le assunzioni nel mezzogiorno. Aumento della no tax area per le pensioni più bassee via ad una card per le famiglie composte da almeno tre minorenni.

Si poteva fare di più?

La struttura della manovra lascia più di qualche perplessitàed è su questo che le opposizioni battono i pugni. La manovra supera i 35 miliardi e questo nonostante la detonazione delle clausole di salvaguardia tra cui il mancato aumento dell’IVA. La manovra è legata a filo doppio alla speranza che Bruxelles conceda uno sconto dello 0,2% sulle clausole di flessibilità dei conti pubblici.

Speranza e non certezza che mina la bontà della manovra. Poi ci sono i mancati interventi sulle pensioni, cioè la mancata riforma sulla flessibilità, sull'estensione dell'Opzione Donna e della salvaguardia esodati. Mancano anche gli interventi di salvaguardia per alcuni lavoratori che percepiscono la Naspi. In pratica, molte speranze non sono state tramutate in realtà, e si temono aumenti di altri balzelli per coprire una manovra troppo legata ai se ed ai ma, ad una presunta crescita prevista o a presunti capitali che rientreranno con la voluntary disclosure.