All'indomani dell'assemblea del Partito Democratico, Matteo Renzi fa il punto della situazione e chiede ai cittadini di dire la propria in merito alle riforme da mettere in cantiere. Per il Premier, dunque, pare essere tempo di bilanci. A due anni esatti dal suo giuramento, Renzi ha deciso di illustrare quanto fatto fino ad adesso dall'esecutivo e di coinvolgere i cittadini in una campagna d'ascolto capace di andare al di là delle correnti di partito e degli accordi politici dell'ultimo minuto. Nel post di questa mattina del Presidente del Consiglio non c'è alcun riferimento al ddl Cirinnà ma c'è da scommettere che sia proprio questo il suo primo punto in agenda.

#ventiquattro: dai dati sulla disoccupazione alla digitalizzazione

Protagonisti assoluti delle slide pubblicate questa mattina da Renzi sono i numeri. In ventiquattro slide il Premier ha elencato tutti i traguardi raggiunti dal governo negli ultimi due anni ed ha evidenziato l'effettiva efficienza dell'esecutivo. I numeri parlano chiaro: la disoccupazione è scesa all'11,4%, il PIL è salito dello 0,8%, lo stipendio massimo dei dirigenti pubblici è sceso a 240.000 euro e le ore di cassa integrazione non hanno superato quota 677. Insomma, il bilancio sembra essere piuttosto positivo. Renzi, però, non vuole perdere tempo ed è già pronto a ripartire per l'ultima parte del suo mandato. Gli obiettivi da raggiungere nei prossimi due anni sono altrettanto ambiziosi ed il Premier vuole tenere conto dell'opinione di tutti.

Renzi, ddl Cirinnà: tutto pronto per la fiducia?

Una cosa è certa: l'esecutivo sta facendo i conti con non poche difficoltà. La chiusura dei giorni scorsi del Movimento 5 Stelle nei confronti del cosiddetto emendamento canguro ha creato scompiglio nel Partito Democratico. In occasione del suo intervento di ieri all'Assemblea del PD, Renzi, senza ricorrere a mezzi termini, ha fatto presente che al Senato non ci sono i numeri e che è necessario raggiungere una sintesi entro martedì.

La fiducia, pertanto, sembra essere l'unica alternativa possibile. I contrasti interni, però, non mancano. Alfano, dal canto suo, è disposto ad appoggiare il Premier a patto che si rifletta in maniera approfondita sulla stepchild adoption. L'adozione del figlio del partner, invece, è una condizione imprescindibile per alcuni esponenti del PD e per la sinistra italiana.