Sono in tanti a domandarsi chi ha vinto il referendum del 4 dicembre in Italia, con i cittadini chiamati a votare sì o no al quesito sulle modifiche alla carta costituzionale. Il premier Renzi, mesi prima, aveva detto che in caso di vittoria del no avrebbe rassegnato le sue dimissioni, mentre qualora avesse vinto il sì si sarebbe aperta una nuova stagione. Le ultime settimane hanno visto i principali leader della politica italiana impegnati nella campagna referendaria, illustrando ai cittadini pregi e difetti della riforma.

Vittoria schiacciante

Ha vinto il no, con il 59,1 per cento delle preferenze. Il referendum costituzionale del 4 dicembre ha segnato il punto di non ritorno del governo Renzi e forse dell'attuale primo ministro. Il segretario del Pd, dopo i primi exit pool che vedevano il no prevalere nettamente sul sì, fermo al 40,9% , ha annunciato in una conferenza stampa a Palazzo Chigi le proprie dimissioni, sottolineando come oggi pomeriggio sarà al Quirinale per comunicare la scelta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Un'affluenza record, che ha sfiorato il 70 per cento. Le percentuali più alte si sono registrate al nord e al centro. Fanalino di coda la Calabria, che si attesta intorno al 54 per cento.

La palma di migliore va al Veneto, con il 76,6 per cento, seguita a ruota da Emilia Romagna e Lombardia, rispettivamente al 75 e 74%. Che l'affluenza fosse elevata lo si era capito fin dalla prima rilevazione delle 12.00, quando a votare era andato il 20 per cento degli aventi diritto, seguito poi da oltre il 57% delle ore 19.

In pochi si aspettavano dati simili.

Renzi, in un passaggio chiave del suo discorso pronunciato dopo la mezzanotte ha ammesso: 'Volevo cancellare le troppe poltrone del Senato, non ce l'ho fatta. La poltrona che salta è la mia'. Vicino a lui la moglie, Agnese Landini, che è stata accanto al presidente del Consiglio in ogni momento importante del suo incarico.

Lo schiaffo più forte è arrivato dal Sud, dove in regioni come Campania, Puglia e Calabria si è sfiorato il 70 per cento del No. In Sardegna il no più convinto, pari al 72%.

Gli avversari. Il M5S, nella figura di Di Maio, si dice pronto per formare la squadra del futuro governo 5 Stelle, con Grillo che chiede a Mattarella di andare al voto con l'attuale legge elettorale, l'Italicum. 'Subito al voto' è anche il mantra di Lega Nord e Fratelli d'Italia, con Salvini e Giorgia Meloni felici del risultato. Di diverso avviso Brunetta (Forza Italia), secondo cui il Pd ha il diritto-dovere di presentare una nuova maggioranza e un nuovo governo senza Renzi.