La Corea del Nord ha testato, per la seconda volta in questo mese di luglio, un missile balistico intercontinentale. La traiettoria e il luogo di impatto, avvenuto a circa 1.000 km di distanza dalla base di lancio nella provincia di Jagang, farebbero pensare che il vettore sia un Hwasong-14, lo stesso lanciato lo scorso 4 luglio e che, per la prima volta, ha permesso al Paese asiatico di essere potenzialmente in grado di raggiungere le coste dell’Alaska e, quindi, di colpire il territorio statunitense. Il missile si sarebbe inabissato al largo delle coste giapponesi.

Il primo ministro Shinzo Abe ha fatto sapere che il vettore nordcoreano si sarebbe inabissato all’interno della zona economica giapponese, aprendo così la possibilità ad una nuova crisi diplomatica con Pyongyang.

Il dodicesimo test missilistico nel 2017

Quello del 28 luglio è il dodicesimo test missilistico condotto dalla Corea del Nord nel corso del 2017. L’intensificazione dei lanci e dei test indica che i militari nordcoreani hanno accelerato il programma offensivo che ha come obiettivo il trasporto di una bomba nucleare miniaturizzata su missili intercontinentali in grado di colpire gli Stati Uniti. Dal 2006 Pyongyang ha nel proprio arsenale le bombe nucleari, ma gli scienziati non sono ancora riusciti a creare un ordigno atomico così leggero da poter essere trasportato su un vettore balistico.

L'obiettivo della Corea del Nord

Qualche mese fa la KCNA, l’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana, aveva pubblicato alcune foto che ritraevano Kim Jong Un accanto a quella che era stata definita una bomba nucleare miniaturizzata, ma, al pari del test sulla bomba termonucleare annunciato nel 2016, si era trattata di una notizia priva di fondamento.

Nel centro di ricerca nucleare di Yongbyon tecnici e scienziati del Paese stanno comunque raggiungendo gli obiettivi imposti da Kim Jong Un. Il programma nucleare, con tutta probabilità, è in fase avanzata e le tappe per produrre una bomba nucleare così leggera da essere trasportata all’interno di un’ogiva di un razzo intercontinentale sembra sia ormai a portata di mano.

Secondo il Pentagono entro il 2018 la Corea del Nord dovrebbe essere in grado di possedere l’arma tanto temuta da Washington. Il programma, quindi, sarebbe di tre-cinque anni in anticipo rispetto alle previsioni della Casa Bianca. Recentemente gli Stati Uniti hanno dispiegato in Sud Corea il costosissimo sistema di difesa missilistico THAAD (Terminal High Altitude Area Defence) proprio per fronteggiare un eventuale attacco da parte di Pyongyang.