Botta e risposta a distanza nel Pd sulle motivazioni delle sconfitte elettorali alle recenti amministrative e nel referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. La critica al segretario Matteo Renzi giunge, inaspettatamente, proprio da un fedelissimo renziano come Matteo Richetti. Il politico emiliano, appena nominato responsabile della Comunicazione Dem, rilascia una lunga intervista ad Alessandro De Angelis di Huffington Post. Oltre allo scontato elogio del capo, non mancano però le critiche, nemmeno troppo velate, alla conduzione del partito.

Secondo Richetti, infatti, il tempo della rottamazione, tanto cara all’altro Matteo, sarebbe finito, sostituito da una necessaria “ricostruzione sentimentale”. Questa mattina Renzi decide di rispondere e, intervistato da Rtl 102.5, gela il suo responsabile della Comunicazione: “La parola rottamazione non la metterò mai in soffitta”.

L’intervista di Richetti

Apparentemente l’intervista rilasciata da Matteo Richetti all’Huffington Post rappresenta una professione di fede politica nei confronti di Matteo Renzi. Senza nominare direttamente il segretario, Richetti lascia però intendere chiaramente che il periodo della “rottamazione” dei vecchi leader e delle vecchie regole della politica italiana è terminato, perché non ha portato i risultati sperati.

Insomma, secondo il novello responsabile Comunicazione del Nazareno sarebbe invece giunto il tempo delle “condivisione”, parola che Richetti scandisce chiaramente. Condivisione contrapposta alla rottamazione perché, spiega Richetti, non si può più parlare di rottamazione dopo che si è governato per tre anni e, ora, si sostiene il governo a maggioranza Pd guidato da Paolo Gentiloni.

Ricostruire invece di rottamare

Invece di rottamare, bisogna costruire e ricostruire le “relazioni”. Certo, la parola “cambiamento”, deve restare comunque un faro del renzismo ma, dopo la batosta elettorale del 4 dicembre, occorre necessariamente ripristinare una “connessione sentimentale” con gli italiani. Richetti ha il coraggio di ammettere le sconfitte elettorali e la necessità di riprendersi “quel popolo” che nelle urne ha voltato le spalle al Pd targato Renzi.

“Meno nostre facce, più nostre idee”, questo lo slogan coniato dal responsabile Comunicazione che si è dato un obiettivo nei confronti del suo segretario: “Fargli apprezzare quanto può far rumore il silenzio”.

La risposta di Renzi

La risposta di Matteo Renzi è arrivata a stretto giro di posta, questa mattina, dai microfoni dell’emittente radiofonica Rtl 102.5. “La parola rottamazione non la metterò mai in soffitta” perché “è la mia parola”, ha voluto ribadire ad alta voce il segretario. Poi, però, per mantenere almeno un’armonia di facciata con quello che viene considerato come uno dei suoi fedelissimi, precisa di condividere in pieno il pensiero di Richetti “quando dice di essere più inclusivi”.