Il dittatore nordcoreano sta cercando di porre rimedio allo squilibrio economico causato dalle sanzioni imposte dalle Nazioni Unite, che iniziano ad influenzare negativamente l'economia del Paese. Per questo motivo, Kim-Jong-un ha offerto al suo popolo un'ennesima dimostrazione di forza prendendo di mira, questa volta, i divertimenti veri e propri: proibite le feste tradizionali a base di alcol e canti indigeni, ultimo svago rimasto ai nordcoreani.

La Corea del Sud ha, infatti, dichiarato alla stampa che Pyongyang ha vietato qualsiasi genere di riunione connessa al bere ed al divertimento, decidendo di rafforzare maggiormente il controllo delle informazioni esterne.

L'ennesima dimostrazione di forza del dittatore arriva giusto 4 mesi dopo la cancellazione della celebre festa nordcoreana: il Pyongyang Beer Festival. Non c'era stata, in realtà, nessuna comunicazione riguardante l'annullamento dell'evento ma, secondo alcune fonti interne, il festival è stato cancellato a causa di un possibile rischio siccità.

Kim-Jong-un VS Donald Trump

Pyongyang, nelle ultime ore, aveva denunciato Donald Trump per averla reinserita, per la prima volta dopo 9 anni, nella black list dei Paesi accusati di sponsorizzare il terrorismo. Il portavoce del ministero degli esteri, attraverso la Kcna, ha dichiarato che Pyongyang non ha mai avuto rapporti con il terrorismo ed al Paese non interessa, quindi, se gli Stati Uniti hanno deciso di inserire nuovamente la Corea del Nord all'interno della loro lista nera.

Ciò che è certo, ha continuato, è che gli USA stanno continuando a violare pesantemente i diritti e la dignità del popolo nordcoreano, cercando di aumentare la pressione su Kim-Jong-un a favore del tavolo negoziale. Gli USA dovranno semplicemente prendersi le proprie responsabilità per aver continuato a provocare ininterrottamente la Corea del Nord, ha concluso il portavoce.

Tuttavia, a detta degli esperti, il ritorno di Pyongyang nella black list dei Paesi accusati di sponsorizzare il terrorismo ha degli effetti pratici molto pericolosi: potrebbe addirittura rendere impossibile la risoluzione diplomatica volta all'abbandono, da parte del governo centrale, dei propri programmi nucleari.

Cina: no alle sanzioni unilaterali

Nel frattempo, il portavoce del ministero degli esteri della Cina, Lu Kang, ha dichiarato che lo Stato si dichiara contrario alle sanzioni unilaterali messe a punto dal Tesoro USA nei confronti di 13 soggetti individuali o societari, di cui 4 cinesi e 9 della Corea del Nord, volte a spingere Kim-Jong-un ad abbandonare definitivamente il nucleare. La Cina, ha dichiarato il portavoce, si impegna a far rispettare le sanzioni imposte dalle Nazioni Unite, ma si oppone fermamente a qualsiasi misura sulla base delle leggi locali volta a colpire entità legate allo Stato.