Se il degrado e la criminalità abbracciano Roma, nella periferia la situazione sembra anche peggiore: tra cumuli di spazzatura e aree abbandonate all'usura del tempo, la fotografia che si presenta uscendo dal centro storico è deprimente. Troppi spazi lasciati all'incuria e alla mala gestione, dove l'emergenza abitativa e la criminalità sono problemi all'ordine del giorno.

Fatti di cronaca e situazioni rese difficili da clan organizzati che si spartiscono la zona romana, passando per una situazione insostenibile tra immigrazione e povertà. E le istituzioni, alle prese con tantissime questioni, non riescono a muovere nessun passo nei confronti dei cittadini.

Proteste e povertà, le periferie dicono la loro

Tra proteste e cortei, anche i cittadini delle periferie romane hanno detto la loro sull'aria che si respira nelle zone adiacenti alla Capitale. Per le strade ci si muove con difficoltà, tra proposte poco ripetibili e mezzi di circolazione quasi assenti. Infatti il problema del trasporto urbano, spesso deficitario, si somma ad una serie di problematiche che sta suscitando rabbia e allo stesso tempo sconforto nei cittadini romani.

Inoltre, molti spazi verdi sono lasciati all'abbandono più totale, visto che gli appalti per la manutenzione al verde pubblico sono stati prontamente bloccati dopo la caduta della giunta Marino.

Cumuli di spazzatura

Sembra un set di un film drammatico, ma purtroppo quello che si vede è davvero difficile da raccontare.

Enormi caseggiati popolari di proprietà del comune sono lo sfondo principale di questo set, con cumuli di rifiuti (spesso ingombranti) ad ampliare la scena.

Incuria degli stabili, trasporto pubblico deficitario ed una situazione di microcriminalità che fanno invidia a scenari di degrado più chiacchierati. Ma il problema aumenta quando l'omertà prende il sopravvento, quando situazioni simili diventano la normalità e l'intervento straordinario diventa un motivo di vanto.

Serve correre ai ripari, non solo per Roma e per i propri cittadini, ma anche per ridare un senso ad una città che dovrebbe essere il fiore all'occhiello del nostro Paese. In ogni città le periferie rischiano di diventare un mondo a sé, ma l'errore da non commettere è proprio quello di far finta che vada tutto bene.

DEGRADO, LA REGOLA DELLE 4 R

Il degrado prodotto dalla sporcizia delle strade e dai cumuli di rifiuti ammassati intorno ai cassonetti per la raccolta è incalcolabile, e riguarda la periferia come quartieri del centro cittadino, che rappresentano il biglietto da visita di Roma con le migliaia di turisti che quotidianamente li attraversano. La carenza del servizio di pulizia delle strade e della raccolta dei rifiuti ha alimentato nel tempo una cultura di scarso rispetto dei romani stessi per la loro città, innescando un circolo vizioso. La città è sporca, e pochi sentono il dovere di contribuire a tenerla pulita. Bisogna invertire la rotta, tornare a trattare ogni angolo di città come il salotto di casa propria, tornare ad amare e difendere Roma. Servono strumenti e regole che eliminino ogni scusa, ogni alibi, tanto all’Amministrazione quanto al singolo cittadino: tutti quanti siamo responsabili nel tenere alti il decoro e l’immagine della nostra Capitale. Il servizio di spazzamento delle strade e di raccolta dei rifiuti deve essere capillare e quotidiano. Per la gestione dei rifiuti la parola d’ordine è “rifiuti zero” come obiettivo strategico. Spingendo al massimo l’acceleratore con il “porta a porta”,entro il mio primo mandato conto di raggiungere il 75% di raccolta differenziata. Non è un miraggio o una promessa da campagna elettorale. Si può fare, con la regola delle “quattro R”: riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero. Anche i cittadini devono fare la loro parte. Nelle strade, nelle piazze e nei giardini voglio moltiplicare i cestini per non dare tregua a chi sporca, per mettere in condizione i romani e i turisti di rispettare Roma.