Appalti, subappalti, problemi. La Capitale non finisce mai di stupire in quanto a problematiche e quella del verde pubblico sembra interessare una vasta zona di Roma. Mancano le risorse, manca il personale, mancano il buon senso e la voglia di mantenere al top una città.

Purtroppo le scusanti continuano a far da scudo ad una classe dirigente che non sa più dove intervenire, lasciando in balìa dell'incuria e del degrado ampie zone della Capitale, sempre più sommerse dai rifiuti. E quei pochi spazi verdi che rimangono vengono spesso abbandonati all'incessante crescere della vegetazione, creando notevolidisagi.

Mafia Capitale e quel mega appalto bloccato

L'ex sindaco Ignazio Marino aveva ripreso in mano la situazione dopo anni in cui i piani "verdi" latitavano, ma è stato proprio un maxi appalto approvato dalla stessa giuntaad essere bloccato dal Prefetto Tronca, in quanto presentava tantissime irregolarità.

Dunque, nonostante il tutto fosse stato ampiamente approvato nel Bilancio 2015, la manutenzione del verde pubblico è stata bloccata definitivamente per via di altri 52 appalti di manutenzione, probabilmente irregolari come quello sopracitato.

I problemi della vegetazione capitolina

Molto spesso il problema non viene messo in risalto dalle istituzioni, anche perché passa in secondo piano. Ma la presenza di aree verdi degradate è davvero deprimente se si pensa ai disastri ambientali che l'uomo compie quotidianamente.

In un'area urbanizzata come quella romana, servirebbero più spazi "green" curati, visto che in molte situazioni troviamo intere piantagioni a fine vita, ormai da rimuovere. Senza parlare ovviamente delle potature e della manutenzione totale di questi ampi spazi presenti nel cuore della città.

Appalti o non appalti, un altro problema di Roma emerge soprattutto in questi giorni, anche se dovrebbe essere una delle questioni principali.

Come ad esempio il caso delle ville storiche immerse nel verde: anche in questo caso, la manutenzione ha subito la stessa identica frenata, con il risultato di ampi spazi lasciati all'abbandono. L'ennesima ferita nel cuore di Roma, che continua a soffrire in silenzio: appalti, gare, intrallazzi e situazioni ambigue, che contribuiscono a far sfiorire la bellezza capitolina.

DEGRADO, LA REGOLA DELLE 4 R

Il degrado prodotto dalla sporcizia delle strade e dai cumuli di rifiuti ammassati intorno ai cassonetti per la raccolta è incalcolabile, e riguarda la periferia come quartieri del centro cittadino, che rappresentano il biglietto da visita di Roma con le migliaia di turisti che quotidianamente li attraversano. La carenza del servizio di pulizia delle strade e della raccolta dei rifiuti ha alimentato nel tempo una cultura di scarso rispetto dei romani stessi per la loro città, innescando un circolo vizioso. La città è sporca, e pochi sentono il dovere di contribuire a tenerla pulita. Bisogna invertire la rotta, tornare a trattare ogni angolo di città come il salotto di casa propria, tornare ad amare e difendere Roma. Servono strumenti e regole che eliminino ogni scusa, ogni alibi, tanto all’Amministrazione quanto al singolo cittadino: tutti quanti siamo responsabili nel tenere alti il decoro e l’immagine della nostra Capitale. Il servizio di spazzamento delle strade e di raccolta dei rifiuti deve essere capillare e quotidiano. Per la gestione dei rifiuti la parola d’ordine è “rifiuti zero” come obiettivo strategico. Spingendo al massimo l’acceleratore con il “porta a porta”,entro il mio primo mandato conto di raggiungere il 75% di raccolta differenziata. Non è un miraggio o una promessa da campagna elettorale. Si può fare, con la regola delle “quattro R”: riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero. Anche i cittadini devono fare la loro parte. Nelle strade, nelle piazze e nei giardini voglio moltiplicare i cestini per non dare tregua a chi sporca, per mettere in condizione i romani e i turisti di rispettare Roma.