Possono la medicina e il mondo dei videogames collaborare per risolvere un determinato disturbo? Perché no. Certo il connubio è un po' strano, se si considera che sovente la prima ha messo in guardia, se non curato, disturbi legati agli abusi dei secondi. Si pensi agli attacchi epilettici, quelli di natura psico-sociale come l'asocialità o quelli legati alla vista per le troppe ore passate a giocare. Proprio su questi ultimi che è nata una collaborazione per combattere una patologia della vista chiamata volgarmente "occhio pigro", mentre in ambito scientifico viene definito l'ambliopia.

Arriva Dig Rush, da una collaborazione tra Ubisoft e Amblyotech

A provare a sconfiggerla proprio grazie a un videogioco ci pensano Ubisoft - nota multinazionale autrice di diversi giochi di successo - e Amblyotech Inc., società specializzata in campo oculistico. Dal loro connubio è nato Dig Rush, un videogioco appunto terapeutico per combattere e sconfiggere a lungo termine questo fastidio visivo. Vediamo in che modo.

Cos'è l'ambliopia

Prima di parlare del videogioco, è giusto spendere due parole su questa disfunzione visiva. In pratica essa è un deficit nella capacità visiva di un occhio. Ciò perché un occhio è più "forte" dell'altro, il più delle volte a causa di un errore di rifrazione disuguale.

Pertanto il soggetto affetto da questa patologia tende a sforzarsi di guardare con un occhio solo, mentre l'altro col tempo tende a divergere perché non utilizzato. Fino ad oggi non esistono cure particolari, se non la classica benda con la quale si copre l'occhio più forte per indurre il paziente a guardare con l'altro. Ma è un metodo che ha effetti scarsi, giacchè tende a ripresentarsi negli anni, nonché una ricaduta di natura sociale, poiché specie da bambini si teme di essere presi in giro dai coetanei.

Questo disturbo colpisce tre bambini su cento in tutto il mondo e se non curato con successo, può portare perfino alla cecità in età adulta. O comunque al fenomeno dello strabismo dell'occhio poco usato.

Il gioco

Dig Rush agisce a livello binoculare, al fine di allenare la mente a migliorare l'acutezza visiva del soggetto interessato, mediante livelli di contrasto di rosso e blu differenti, che possono essere percepiti tramite l'uso di specifici occhiali stereoscopici.

Sarà poi il medico a impostare il gioco in base al grado di avanzamento del difetto oculare. Il giochino è molto semplice e fantasioso, e ricorda un po' i videogames di prima generazione bidimensionali. Simpatici personaggi, simil minatori, si muovono sullo schermo evitando gli eventuali pericoli ed ostacoli.

Ora le due società attendono solo l'ultimo nulla osta per poterlo immettere definitivamente nel mercato medico.