Inesorabile picco dell'accessibilità meridionale: come sempre, da sempre, le differenze si fanno sentire.Questo quanto emerge dal XIV Rapporto di Cittadinazattiva presentato il 22 settembre a Roma. La classifica sui comuni più accessibili ai disabili ha ancora una volta evidenziato il terribile stato di incuria nei confronti degli invalidi.

Sulla vetta della classifica si fanno posto Torino e Reggio Emilia, ma ad occupare i posti più in basso vi sono Roma, Agrigento e il Sud in generale.

Nel 43% delle scuole italiane manca il posto auto per disabili, nel 78% dei casi non c'è spazio a sufficienza per far passare la carrozzina.

In sostanza solo il 71% delle scuole è munito di scivoli, ascensori e tutto ciò che è utile a superare le barriere architettoniche, a discapito del 29% che si trova ancora a doverle combattere.

La lista è stata elaborata dall'Anmil, associazione nazionale fra lavoratori, mutilati e invalidi del lavoro, che grazie ai suoi 400mila iscritti ha potuto stilare la classifica in base alle segnalazioni e ai voti ottenuti su più di 100 province italiane. La votazione in questione prevedeva un punteggio variabile da 1 a 10 e nessuna delle città esaminate ha raggiunto il punteggio massimo: Cremona, Ferrara, Siracusa (l'unica città del meridione ad avere ottenuto un punteggio alto) e Torino conquistano un 8, stando a quanto scrive La Repubblica, mentre un 7 va a Milano, Trieste, Latina e Reggio Emilia.

Bocciatissime Agrigento, Campobasso e l'Aquila con un punteggio pari a 2. In generale si è registrano un 97% delle scuole accessibili in Valle D'Aosta, contro un misero 16% in Calabria.

Tuttavia, le scuole sono solo una parte del cumulo:"Asl, ospedali e uffici pubblici in generale sono cambiati - commenta Bruno Bettoni, presidente dell'Anmil e della Fand a La Repubblica - le difficoltà si incontrano a partire dai negozi, dai marciapiedi, dai bar e luoghi pubblici nell'insieme".

Insomma, tutto ciò che è privato riscontra difficoltà a modificare la propria forma mentis nei confronti di chi sembra "non avere diritto a entrare in un negozio da sola -citando lo stesso Bettoni - è un fatto di cultura".