Spesso la fretta è cattiva consigliera. Ce lo insegnano a qualunque età. A casa, a scuola, al lavoro. Eppure, essendo umani, tendiamo a cadere sempre nel banale errore. E' accaduto anche un paio di giorni fa, con la storia del ragno violino, il quale avrebbe causato la morte del 45 enne di Cagliari. La notizia è divenuta da subito virale, tanto che in molti si sono affrettati nel diffondere immagini e previsioni apocalittiche circa la natura del ragno e del suo morso. Le cose, in realtà, sono andate molto diversamente, ma ormai era già troppo tardi per fermare la macchina della disinformazione.

L'uomo non è morto per colpa del ragno violino

Punto primo, il signore cagliaritano non è morto a causa del morso del ragno violino. A confermarlo è la struttura ospedaliera dove il 45 enne era ricoverato, come riporta il quotidiano dell'isola, l'Unione Sarda. L'errore, dunque, sta a monte. Non vi è alcun nesso tra la morte della persona e il veleno dell'aracnide. Si sa, se uno fa un errore, e la sua autorevolezza è conosciuta, è molto probabile che venga seguito anche dagli altri, strumenti inconsapevoli della diffusione della notizia e, contemporaneamente, della paura.

L'Ansa intitolava quanto segue: "Morso da ragno violino, muore dopo 3 mesi". Se è vero che il titolo non afferma, al 100 per cento, la responsabilità diretta del morso, è altrettanto vero che 99 volte su 100 il lettore capisce che l'uomo è morto a causa del morso del ragno.

Da qui in avanti è il caos. Inizia la psicosi dello specifico aracnide protagonista di quella che rimane una triste vicenda, visto che di mezzo c'è una persona che oggi non c'è più. Pagine e pagine di articoli iniziano ad inondare le case degli italiani, sui rischi o meno derivanti dall'aracnide. Qualcuno, forse, ha già iniziato a cambiare le proprie abitudini in casa, dedicando parte del suo tempo prezioso alla caccia di quelli che rimangono dei semplici ragni, presenti da sempre nelle nostre abitazioni, spesso senza che noi manco ce ne accorgiamo.

Sbagliate anche le foto

Diversi utenti, evidentemente conoscitori profondi della materia trattata, hanno inoltre segnalato che, se non bastasse il titolo, anche la foto era errata. Oltre al danno la beffa dunque. Quando la bufala, come questo è il caso, arriva da importanti e autorevoli portali, come ci si può difendere? Difficile dirlo, anche se il miglior rimedio lo possediamo tutti, ed è il nostro pensiero critico, che dovrebbe essersi sviluppato attraverso la scuola e la propria esperienza di vita.