I sintomi del tumore alla prostata sono sotto la lente d'ingrandimento. Una recente indagine internazionale sul comportamento degli uomini nei confronti della malattia ha dato dei risultati non molto confortanti. Il dolore e le problematiche legate alla patologia che colpisce la prostata sembrano essere argomenti tabù da non toccare.
Gli uomini non sono molto propensi a parlare di se' stessi e purtroppo tutto ciò ha come effetto collaterale la mancata prevenzione o il contrasto alla malattia allo stadio iniziale.
A maggior ragione quando l'argomento è una grave malattia come il carcinoma alla prostata allo stato avanzato.
Eppure è motivo di stupore lo scoprire come moltissimi pazienti affetti da questo male abbiano difficoltà a parlare con il proprio medico a proposito del dolore e dei vari problemi legati al carcinoma.
La situazione in Italia
Il carcinoma alla prostata rappresenta quasi il 20% di tutti i tumori che colpiscono gli uomini over 50.
Nel 2015 sono stati 7520 le morti collegate al cancro alla prostata (fonte Ministero della Salute.). La buona notizia è che la mortalità per questo tumore è in costate diminuzione (- 1,8% per anno) da circa un ventennio. Secondo le stime dell'Istituto sono circa 217.000 gli uomini che hanno un problema legato alla prostata e di questi il 22% hanno sviluppato un tumore.
Escludendo la mortalità per altre cause, la sopravvivenza dei pazienti con cancro prostatico è del 91% nel fatidico arco dei 5 anni.
Le stime tendono ad alzare ulteriormente questa percentuale facendo ben sperare ad una definitiva vittoria verso questo tipo di tumore.
I sintomi del cancro prostatico
Quando il carcinoma raggiunge uno stadio avanzato il corpo comincia a provare dolore anche accentuato, stanchezza cronica, difficoltà anche a camminare o salire le scale, il sonno comincia a non essere più regolare, la vescica non si riesce più a controllarla.
Nonostante ciò il paziente si rifiuta di parlarne con il medico. Ma per quale motivo non si ricorre alle cure mediche?
Se lo è domandato anche Harris Pools ricercatore del Global Prostate Center Symptorns di Vienna giungendo all'incredibile conclusione che nel 68% dei casi viene semplicemente ignorato! Come è possibile?
Dalle indagini è emerso che i pazienti si sono rassegnati alla nuova condizione fisica (adaptation syndrome) considerando il nuovo "ospite" dolorante come una conseguenza inevitabile dell'avanzare degli anni.
In altri casi avviene esattamente l'opposto e il paziente nega e non accetta la malattia (denial). Questa nuova situazione peggiorativa della vita viene intesa come una progressione del cancro e la mente si rifiuta di sentirla come causa del dolore e degli effetti collegati.
Non si deve trascurare anche un fattore culturale radicato nelle vecchie generazioni dove la malattia è considerata come qualcosa impossibile da vincere e che l'uomo deve sopportare astenendosi di utilizzare farmaci che vengono ritenuti dannosi e inutili per la cura.
Importante: riferire i sintomi
L'Internantional Prostate Cancer Coalition ha commissionato una ricerca su 410 uomini con carcinoma alla prostata allo stadio avanzato e su 95 parenti o amici (caregiver) che seguono il paziente.
Brian Tornlinson responsabile di CancerCare (ente facente parte dell'IPCC) è giunto alla conclusione che la maggior parte degli uomini non riconosce i sintomi e tendono a non parlarne con il medico e a non prendere provvedimenti di alcun genere.
La stanchezza cronica è uno dei sintomi principali che ha colpito l'85% dei pazienti. Dolori lancinanti in zone specifiche hanno interessato il 70% dei malati e il 50% in modo generalizzato. La debolezza muscolare ha riguardato il 55% e il 42% lamentava problemi di sonno. Solo il 25% riscontrava difficoltà a svolgere le normali attività giornaliere.
I farmaci
La ricerca ha fatto grandi passi avanti per contrastare il cancro prostatico con metastasi alle ossa.
Si chiama Radio-223 dicloruro (Ra-223) che si è rivelato efficace per aumentare notevolmente la sopravvivenza del paziente e funziona anche nel caso in cui i pazienti sono stati già sottoposti ad un primo ciclo.
ATTENZIONE: Questo servizio ha finalità informative, in nessun caso può costituire una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intende e non deve in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata. Se si hanno dubbi o quesiti sull'uso di un farmaco è necessario contattare il proprio medico.