Non si fa altro che parlare di influenza, colpevole di aver messo a letto ben 4 milioni di italiani, anche se i dati sono in continuo aggiornamento, dal finire del passato gennaio sino ad adesso. Come risaputo, essere contagiati non è molto difficile, ma quest'anno i sintomi sono stati avverti in modo nettamente peggiore rispetto agli anni passati. Lo dimostrano i numerosi soggetti con complicanze, anche alcuni casi di morte, post infezione dal virus.

30 morti da influenza, 4 milioni a letto

Il 2018 è stato caratterizzato nei primi giorni dall''influenza virus A sottotipo H1N1 che ha lasciato il posto al tanto chiacchierato virus Yamagata.

Statistiche alla mano, dal primo gennaio sino ad oggi ben 3.883.000 persone sono state costrette a rimanere sotto le coperte a causa dell'influenza. Tale cifra è comprensiva anche delle 30 morti fatte registrare in questo 2018, caratterizzato da una delle epidemie più potenti almeno dal 2004. Alcuni sostengono che la diffusione del virus sia superiore anche a quelle del 2009 che detiene il record dell'ultimo decennio: solo a gennaio si parla in fatti del contagio di 832mila persone.

Come detto dai media, ben 140 persone sono in condizioni di Salute gravi. La 'colpa' va attribuita alla mancanza delle vaccinazioni? In parte sì anche se i vaccinati con il trivalente non sono rimasti esenti dalla seconda ondata del virus, che non rientra nella copertura del vaccino.

Ovviamente, particolarmente delicata è la situazione di chi già soffre di altre patologie, messe a dura prova dal virus, proprio come accaduto nei 30 casi dei soggetti deceduti, almeno per una parte, l'80%, di essi.

Gli studi sull'influenza

A preoccuparsi per via dell'influenza sono stati anche i dirigenti degli ospedali, che hanno constatato le numerose problematiche riscontrate dalle strutture, non pronte a ricevere in pronto soccorso cosi tanta gente.

In molte città la situazione è risultata essere ingestibile e le cose non possono che peggiorare con l'arrivo del virus Yamagata, ovvero influenzavirus A sottotipo H3N3.

Le ricerche degli ultimi giorni, in particolare quelli di Donald Milton, docente dell'Università del Maryland, hanno evidenziato come il contagio avviene non solo se si viene a contatto con microrganismi da starnuti o colpi di tosse ma anche con il solo circolare dell'aria infetta.

Spiegato dunque il perchè di una cosi rapida diffusione dell'influenza aiutata anche dalle temperature basse che permettono alle goccioline infette di rimanere vive per periodi di tempo più lunghi del solito. Anche chi non è raffreddato o accusa tosse, dunque, nei primi giorni di incubazione, può essere un veicolo di diffusione del virus. Lo studio appena citato ha visto la partecipazione di 144 soggetti con influenza il cui respiro conteneva il virus del momento. Bisogna rimanere quasi isolati, onde incorrere in altri contagi, se si avvertono i primi sintomi influenzali.