Buone notizie per chi non ha ancora pagato l’Imu o la Tasi del 2015 e vuole regolarizzare la propria situazione nei confronti del fisco con l’istituto del ravvedimento. Dal 2016, infatti, il pagamento risulta vantaggioso per le novità introdotte dalla legge di Stabilità 2016 che ha proceduto al dimezzamento delle sanzioni per il pagamento effettuato con ritardo entro novanta giorni. Leggiamo, nel dettaglio, tutte le percentuali da aggiungere agli importi della Tasi o dell’Imu a titolo di sanzione e gli interessi dovuti per il ritardo e procediamo con un esempio che aiuterà il contribuente nel calcolo.

Ritardo pagamento Imu e Tasi 2015, sanzioni 2016 dimezzate

Con il dimezzamento delle sanzioni a partire dal 1° gennaio 2016, le sanzioni sul ravvedimento, ovvero il pagamento dell’Imu della Tasi entro il novantesimo giorno successivo alla scadenza (dunque entro il 15 marzo 2016), sono nell’ordine:

  • lo 0,1 per cento per ciascun giorno (in precedenza era lo 0,2 per cento) nel caso in cui il pagamento dovesse essere effettuato entro quattordici giorni dalla scadenza;
  • l’1,5 per cento (anziché il 3 per cento) in caso di regolarizzazione effettuata tra il quindicesimo ed il trentesimo giorno di ritardo;
  • l’1,67 per cento (e non più il 3.3 per cento) se il pagamento viene effettuato tra il 31esimo ed il 90esimo giorno.

Trovandoci già al 22 gennaio, chi effettuerà il pagamento di una delle due tasse dovrà applicare, pertanto, la sanzione dell’1,67 per cento e gli interessi legali dello 0,5 per cento su base annuale fino al 31 dicembre 2015 e dello 0,2 per cento a decorrere dallo scorso 1° gennaio.

Esempio di calcolo Tasi e Imu con ravvedimento e interessi

Un esempio può aiutare i contribuenti a procedere con il calcolo dell’imposta dovuta. Stabiliamo che il pagamento venga effettuato l’ultimo giorno utile, cioè il 15 marzo 2016 e che il tributo sia pari a 1.000 euro: la sanzione sarà uguale a 16,70 euro. Per calcolare gli interessi è necessario moltiplicare l’imposta dovuta per il tasso legale per il numero di giorni di ritardo e dividere tutto per 36.500.

Pertanto gli interessi dovuti per il ritardo saranno pari a 0,61 euro, per un totale da pagare pari a 1.017. Se il pagamento dell’Imu o della Tasi venisse effettuato il giorno successivo, il 16 marzo 2016, occorrerebbe pagare 1.038 euro, ovvero 20 euro in più per un solo giorno di ulteriore ritardo. Ciò avviene perché, oltre il 90° giorno di ritardo, la sanzione rimane immutata rispetto al passato e cioè pari al 30 per cento.