Quest'anno i soldi raccolti con l'otto per mille hanno superato quota un miliardo e trecento milioni di euro, e di questi, più di un miliardo, sono finiti nei forzieri della Santa Sede, per effetto del meccanismo di ripartizione, che assegna oltre l'80% delle risorse alla Chiesa, nonostante solo il 36,7% dei contribuenti abbiano effettuato tale scelta.

Otto per mille: i dati del dipartimento delle finanze

Stando ai dati del dipartimento delle finanze, relativi ai redditi del 2012, ma spartiti tra i beneficiarinel 2016, è il Vaticano a fare la parte del leone, nella ripartizione dei proventi dei soldi raccolti con l'otto per mille.

Alla Santa Sede sono andati un miliardo e 11milioni, su un ammontare distribuito di un miliardo e 257 milioni di euro, pari all'81% della somma totale. Allo Stato italiano sono andati 187 milioni, seguito dalla Chiesa Evangelica Valdese, che ha intascato 37,3 milioni, e l'Unione delle Comunità ebraiche, che hanno ricevuto 4,7 milioni. A seguire, luterani con 3,1 milioni, le Chiese avventiste del settimo giorno, 2 milioni, ed il resto, cifre minori, sonoandate ad altre confessioni religiose.

Come funziona il meccanismo di ripartizione

I contribuentiche hanno specificato a chi intendevano devolvere la loro quota dell'imposta, contestualmente alla dichiarazione dei redditi, sono stati 18,8 milioni, su un totale di 41,5 milioni di contribuenti.

Coloro che hanno effettuato una scelta, sono meno della metà, ma la maggioranza di questi - l'81% di chi ha effettuato una scelta - hadeciso di devolverli alla Chiesa. Ed i soldi di chi non ha effettuato nessuna scelta, vengono distribuiti tra le parti in base alle percentuali di quella minoranza che ha deciso a chi destinarli.

In questo modo, anche se solo il36,7% dei contribuenti ha sceltodi versarli al Vaticano, questo riceve l'81% della somma totale.

Il Vaticano, ed in tono minore le altre organizzazioni religiose, ricevono anche i soldi di chi non ha effettuato nessuna scelta, mentre molti cittadini, stando a quanto emerge sui forum e sui social, sono erroneamente convinti che non effettuando nessuna scelta, i soldi vadano allo Stato. Se fosse stato in questo modo, lo stato avrebbe incassato oltre mezzo miliardo in più, che forse, in questo periodo di crisi, avrebbe fatto comodo.