Come molti forse ancora non sanno, è stata scoperta nell'Oceano Pacifico, già da qualche anno, una enorme isola di rifiuti di plastica, grande come la superficie del Texas, condotti in quel punto da correnti marine che girano come un enorme vortice.


Ne stanno pagando le prima conseguenze pesci e uccelli che vengono soffocati ed avvelenati da questo magma velenoso, frutto di oltre cinquanta anni di errate politiche sull'Ambiente, in tutto il mondo.


E' una emergenza ambientale che sta interessando molti che da tempo lo denunciano, anche sulla base di studi che già avvisavano del problema.


Ma quanto vale tutta questa plastica?


Conoscendo il funzionamento dell'industria del riciclo, che prima di riutilizzare la plastica la deve selezionare e poi triturare, mi è venuto in mente che queste isole, presenti in modo esteso anche nel Mediterraneo, siano in realtà delle enormi miniere d'oro.


Ho iniziato a fantasticare su Fondazioni e Associazioni dedite alla ricerca nel campo del riciclo marino fin quando mi son detto: ma qualcuno ci avrà già pensato!


E infatti è proprio così. Esiste una organizzazione a capitale misto pubblico-privato che si chiama WFO (Waste Free Oceans) il cui nome spiega perfettamente gli obiettivi: Oceani senza rifiuti.


Quindi siamo già a buon punto, esiste una organizzazione che sta condensando know-how sul tema ed è palese che i rifiuti sottratti al mare sono pane per riciclaggio.


Drammaticamente scopriamo che la WFO non ha uffici in Italia, benché abbia varie sedi in molti paesi d'Europa. Perché? Sarà colpa della componente privata che non si fida del Sistema Italia e dei suoi handicap di giustizia?


Nel frattempo navigando, è il caso proprio di dirlo, sul sito della WFO scopriamo che il 12 Luglio 2013 la Commissione per la Pesca del Parlamento Europeo ha approvato il nuovo piano EMFF (European Maritime and Fisheries Fund), per il periodo 2014-2020.


Il FEAMP/EMFF è il principale strumento finanziario nell'ambito della politica comunitaria sulla pesca, e in questa edizione prevede per la prima volta l'opportunità di cofinanziare progetti per la raccolta, lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti marini.


Ed è specificatamente menzionata, nello stanziamento, la partecipazione dei pescatori nella protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi marini proprio attraverso la raccolta di rifiuti dal mare. Punto questo che la WFO, riportando la notizia, definisce "punto di rottura nella lotta contro i rifiuti marini".


E' quindi urgente che imprenditori italiani illuminati, specie tra quelli che già oggi di riciclo si occupano, si apprestino a sfruttare queste molteplici opportunità, avendo a disposizione assistenza e know-how internazionale, fondi di cofinanziamento e un esercito di Operatori Ecologici come possono trasformarsi i nostri pescatori, una flotta di quasi 14.000 unità (fonte IREPA/INAIL), di certo desiderosi di vedere un incremento del loro gettito.


Di certo aiutati nell'operazione da politici altrettanto illuminati che potranno salire sulla nuova battaglia ambientalista dei prossimi mesi capace di aumentare il consenso.