Magari sarà uno degli effetti meno importanti per il pianeta, ma per noi italiani abituati a mangiare la pasta al dente sarà un bel problema. Tra le cause dell'assottigliamento dello strato di ozono, con il conseguente aumento di raggi ultravioletti che arriveranno sul suolo terrestre, c'è l'aumento dell'anidride carbonica, che farà sì che il grano perderà quelle proteine che gli consentono di mantenere la cottura. L'aumento viene stimato in 40-50% entro il 2050, secondo gli esperti del centro di ricerca del CRA (Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura) di Fiorenzuola d'Adda. Conseguentemente agli esperimenti svolti, se si fanno crescere una dozzina di varietà di grano duro in un'atmosfera simile a quella che si prevede ci sarà tra una trentina d'anni, è vero che ci sarà più frumento (l'anidride carbonica stimola la crescita), ma con minori proteine, e questo andrà a modificare le tenuta della cottura. La pasta sarà più scotta.

Magari non a tutti importerà troppo, considerato che non solo nel mondo, ma anche in alcune parti d'Italia si usa lasciar cuocere gli spaghetti oltre la durata canonica, ma alla fine diventa una questione di gusto, seppure secondo quasi tutti i cuochi, la cottura ottimale deve essere al dente.

Ma si tratterà solo di una questione di gusto o ci saranno altre controindicazioni?
Sembra di sì. Aumenteranno le intolleranze in quanto cambierà la quantità di glutine, e la cosa influirà sul Benessere dei consumatori. Diventerà quindi importantissimo controllare la cottura e scolarla appena in tempo. La durata della bollitura va anche ad influire sulla digeribilità del piatto, che se non si starà attenti diventerà troppo scotto, poco nutritivo e di difficile digestione.
Dovremo quindi aggiungere una simile motivazione a tutte quelle che dovremo avere per produrre meno anidride carbonica, come ci dicono da tempo le varie risoluzioni dei protocolli atti a farci avere un futuro migliore e senza la paura del peggioramento non solo del clima, ma anche del cibo. E questo non è solamente un vezzo di noi italiani, ma anche una importante realtà culturale per un paese che vanta primati gastronomici come il nostro.