Un increscioso incidente getta un'ombra sulla partita dell'Olimpico Roma-Napoli finita 1-0 per i giallorossi: striscioni offensivi sono comparsi sugli spalti della curva sud, rivolti ad Antonella Leardi, la madre di Ciro Esposito. Il ragazzo trentenne, morto lo scorso 24 giugno dopo 50 giorni di agonia, era stato ferito da colpi di pistola sparati poco prima dell'inizio della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina il 3 maggio scorso. Della sua morte è stato accusato l'ultrà della Roma Daniele De Santis.
Durante la partita in causa, la tifoseria romanista ha esposto un primo striscione che alludeva alla recente presentazione del libro "Ciro vive", che la donna ha scritto per tenere vivo il ricordo del figlio e diffondere un messaggio di amore e appello alla pace.
L'accusa alla donna, che piange un figlio ammazzato sul viale di Tor di Quinto, è quella infame e indegna di lucrare sulla morte del proprio figlio con libri e interviste.
Il senso della seconda scritta non era molto diverso: "C'è chi piange un figlio con dolore e moralità e chi ne fa un business senza dignità". L'accompagnamento musicale di questo spettacolo vergognoso è fornito dai soliti offensivi cori anti-napoletani. A far toccare il fondo, però, sono stati gli striscioni inneggianti a Daniele De Santis, il 48enne che ha sparato a Ciro.
Le reazioni
Antonella Leardi si è comprensibilmente dichiarata ferita dal triste spettacolo messo in scena all'Olimpico e da quelle parole orribili nei confronti del figlio che ha perduto.
La donna, come sempre composta e dignitosa nel suo dolore, ha aggiunto che affida gli autori di tali scritte, che osannano l'assassino di suo figlio, "nelle mani di Dio affinché possa cambiare il loro cuore".
Angelo Pisani, il legale della famiglia Esposito, auspica punizioni esemplari e giuste sanzioni per "i responsabili di striscioni vergognosi e offensivi", e chiede la squalifica dello stadio Olimpico "purtroppo esempio solo di messaggi negativi e pericolosi".
Inoltre, ha aggiunto: "Si dimetta la commissione che deve autorizzare gli striscioni per evitare messaggi pericolosi, di violenza, odio e razzismo, le autorità non siano complici del male".
In queste ore, le autorità stanno visionando i filmati acquisiti, allo scopo di identificare gli autori del gesto. Immediata anche la ferma condanna del sindaco Marino: "È un gesto che condanno fermamente e dal quale sono sicuro la maggioranza dei tifosi giallorossi si dissocerà rapidamente".