È piena emergenza del castagno in Campania e in particolare nell’area dell’irpinia: scatta l’allarme per tutto il comparto e per l’economia locale e regionale. È quanto emerso dal congresso “castagna, montagna, territorio: quale futuro” organizzato nell’ambito della 34esima edizione della Sagra della Castagna di Montella Igp. Nel corso dell’evento è intervenuto anche il coordinatore regionale di “Agrinsieme” Alfonso Di Massa, che ha fatto il punto della situazione. La crisi fitosanitaria ha messo a rischio il settore campano e i numeri parlano chiaro: sul territorio esistono cinquemila produttori, venticinque aziende di trasformazione per un fatturato di circa trecento milioni di euro.

L’Irpinia rappresenta oltre il cinquanta percento del comparto italiano. In altre zone del Paese, come ad esempio il Piemonte, l’emergenza è stata debellata totalmente o quasi.

Il cinipide, parassita che distrugge i raccolti

A causare la crisi è il cinipide del castagno, la cosiddetta “vespa cinese”, che anche nel 2016 ha continuato a compromettere i raccolti. In tutta l’area si stima che il crollo della produzione di castagne si aggiri intorno al novantacinque percento tra i Comuni dell’Irpinia e del Cilento. Già nei mesi scorsi Coldiretti Campania aveva inviato un documento in Regione chiedendo la programmazione di interventi mirati a sconfiggere il cinipide che anche quest’anno ha fatto strage del prezioso frutto.

Uno dei sistemi utilizzati in altre zone d’Italia riguarda la lotta biologica, con la liberazione nelle zone interessate di un altro animale in grado di sconfiggere il parassita importato dall’estero.

Subito un tavolo di crisi

“Come Agrinsieme, - ha detto Di Massa – grazie all’impegno dei responsabili territoriali della provincia di Avellino, vogliamo lavorare con la Regione Campania ed iniziare un nuovo percorso di confronto qualificato e professionale per la crescita e lo sviluppo delle imprese agricole e agroalimentari dei territori dell’Irpinia”.

Tra le proposte lanciate anche misure straordinarie di sostegno al reddito, riconoscimento dei castagneti da frutto in attività di coltura per permettere pratiche agronomiche e di difesa fitosanitaria e l’istituzione di una cabina di regia tra istituzioni, enti, mondo scientifico, associazioni, ed organizzazioni agricole.