Dopo le recentissime tragedie di agosto e ottobre che hanno coinvolto l'Italia centrale, da più parti sale la preoccupazione sullo stato del rischio sismico nel nostro Paese.
Partiamo subito col dire che, allo stato attuale delle nostre conoscenze, non è possibile prevedere i terremoti: malgrado ci siano molte teorie in merito, per ora è necessario approfondire e studiare meglio la materia.
Quello che però è possibile, è di effettuare una corretta prevenzione, nel tentativo di evitare una tragedia.
Il rischio sismico in Italia
Come specifica l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (ingv) per non correre rischi sulla propria abitazione, ogni famiglia dovrebbe far valutare da un tecnico esperto le condizioni del proprio edificio: in molti casi, per stare sicuri basterebbe solo rinforzare i muri portanti o migliorare i collegamenti fra pareti e solai.
Il Terremoto è un evento imprevedibile causato per la maggior parte dei casi dal movimento della crosta terrestre che subisce numerose tensioni e attriti.
Quando questi attriti aumentano notevolmente, le rocce si rompono, sprigionando un'enorme quantità di energia che provoca il movimento della terra e originano le cosiddette onde sismiche.
Risale allo scorso 24 agosto l'ultimo evento sismico in Italia che ha causato gravi danni e numerosi morti. Il terremoto ha raggiunto una magnitudo di 6.0 colpendo la città di Amatrice e devastando l'area fra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo.
Successivamente, il 26 ottobre due scosse colpiscono Norcia e la provincia di Macerata: le scosse vengono considerate repliche del terremoto precedente, ma mettono nuovamente in crisi l'Italia centrale.
La paura torna ed è forte, considerando le ferite ancora aperte del terremoto dell'Aquila nel aprile 2004 che rase al suolo la città provocando 309 morti e circa 1600 feriti.
Cosa fare per ridurre il rischio sismico
A uccidere on è il terremoto in sé, ma le strutture che crollano, spesso perché costruite molto tempo fa oppure costruite ignorando i criteri antisismici.
Il Giappone come l'Italia rappresenta una zona a rischio sismico, eppure gli effetti del terremoto sono da molti anni meno gravi: il 21 novembre il Giappone c'è stata molta paura a seguito di un terremoto di magnitudo 6.9 che ha colpito anche l'area dove nel 2011 si verificò il peggior disastro nucleare del Paese, Fukushima.
Il Giappone da molti anni investe sulle tecnologie antisismiche e ha sviluppato un sistema di prevenzione dei rischi, con il quale è possibile monitorare i movimenti della terra e quindi prevedere anche se solo di pochi minuti (che possono risultare fondamentali) l’arrivo di un terremoto.
Un’altra differenza che si può facilmente notare tra il nostro paese e l’isola nipponica è nella tipologia di costruzioni: molte famiglie in Italia abitano in case di pietra, sui pendii delle montagne, in case vecchie e arroccate, mentre in Giappone sarebbe proprio impossibile costruire case in zone ad alto rischio sismico.
Le prove di evacuazione, le esercitazioni e l’informazione continua sono un'altra importante differenza tra Giappone e Italia: queste pratiche, se fatte con costanza, possono essere fondamentali nei momenti di panico dovuto alle scosse di terremoto.
Il convegno alla Camera dei Deputati
L’interesse della popolazione riguardo le buone pratiche di prevenzione è forte: il giorno 1 dicembre alla Camera si è infatti svolto il convegno "Prevenzione del Rischio Sismico in Italia e in Giappone” che ha visto la presenza del Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) Carlo Doglioni e del Questore della Camera stefano dambruoso.
Tra i temi dibattuti un piano straordinario di riqualificazione edilizia e la messa in opera di best practices per la prevenzione.
Intanto, sul sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è possibile trovare i dati in tempo reale sui terremoti e partecipare a programmi di prevenzione organizzati dalle Autorità.