Che il maschio sia in crisi è un dato di fatto. Che la sua presenza all'interno della società sia sempre più messa in discussione è altrettanto noto. Ma ora il sogno (di alcune o di molte è difficile da dire), di poter essere completamente indipendenti dalla presenza maschile per riprodursi potrebbe essere sempre più reale.
A mettere ulteriormente in dubbio l'utilità biologica del maschio “impollinatore” ci ha pensato un piccolo esemplare di squalo zebra (nome scientifico Stegostoma fasciatum) che dopo un lungo periodo di astinenza sessuale ha messo alla luce tre cuccioli rigorosamente di sesso femminile.
Per quattro anni l'esemplare è rimasta senza contatti con alcun partner
A darne notizia è stata Christine Dudgeon, ricercatrice dell'Università del Queensland di Brisbane in Australia, che ha notato e confermato per prima il lieto ed eccezionale evento.
Non è la prima volta, in natura s'intende, che si scoprano specie definite asessuali (dove cioè l'esemplare sia capace di fecondare e portare avanti la gravidanza in completa solitudine, come ad esempio i draghi di Komodo o le razze), ma è rarissimo una specie sessuale (ovvero nota per riprodursi attraverso l'accoppiamento) mostri un cambiamento di attitudine ed è ancora più raro che il processo sia dalla riproduzione sessuale a quella asessuale (sebbene in numeri molto limitati i casi opposti sono statisticamente superiori).
La protagonista della scoperta è stata soprannominata Leonie e si trova dal 1999 nell'acquario di Townsville (in Australia) dove ha avuto una relazione “stabile” con un maschio della stessa specie per circa 13 anni, dando alla luce circa trenta cuccioli. L'idillio è terminato nel 2012 quando il compagno di Leonie è stato trasferito in un'altra struttura, lasciando sola lo squalo zebra.
Il colpo di scena, risalente al 2016, ha elettrizzato gli scienziati australiani aprendo la porta alle ipotesi più varie in merito alla gravidanza del tutto inaspettata. Una delle prime possibilità prese in considerazione è stata quella relativa all'ipotesi secondo cui Leonie avesse potuto portare in grembo per quattro anni lo sperma del compagno.
Ipotesi questa smentita dagli esami genetici che hanno evidenziato come il corredo dei tre piccoli squali sia in realtà solo femminile. È stato infatti evidenziato dai test che i cuccioli non portino alcuna traccia del presunto Dna paterno.
Secondo gli scienziati i cuccioli nati in questo modo avrebbero un corredo genetico meno ricco e variabile degli altri
Questo ha fatto concludere che Leonie abbia sviluppato la capacità di riprodursi autonomamente senza alcun intervento esogeno. È opportuno sottolineare che tale soluzioni sembri essere la meno ideale in termini riproduttivi. “Negli squali – ha affermato la Dudgeon –, la riproduzione asessuale può capitare quando un ovulo viene fertilizzato dal cosiddetto corpo polare.
Corpo che contiene materiale genetico femminile e che porta ad una forte endogamia. Siamo portati a pensare che questa non sia una vera e propria strategia di sopravvivenza, perché questo tipo di cucciolate hanno una minore diversità genetica e una minore adattabilità”.