La balena, il più grande mammifero esistente, ha sempre affascinato e nutrito l'immaginario collettivo con una simbologia positiva per la sua mole, la sua forma rotonda, l'immensità della sua bocca, la sua natura pacifica. Nei miti della creazione è l'animale che regge il mondo.

Lo spirito della balena ci rende generosi e caritatevoli, ci redime, ci trasforma. Abbiamo in mente la storia di Giona e quella di Pinocchio, finiti nella pancia di questo cetaceo per compiere un percorso di crescita e iniziazione. Ma la realtà, purtroppo, è ben altra: nella pancia delle balene finisce solo plastica che le uccide.

Sempre più spesso sulle coste oceaniche si spiaggiano balene, con gli scienziati che per molto tempo si sono interrogati per capire i motivi di questo triste fenomeno. Pochi giorni fa, una di queste imponenti creature si è spiaggiata sull'isola di Sotra, vicino a Bergen, in Norvegia, morendo, ed è stata scoperta un'amara verità che non ha nulla di bello né di poetico.

Balena morta, l'autopsia rivela la triste realtà

Forse era immaginabile, ma non fino a questo punto. L'autopsia effettuata sulla povera balena morta ha fatto emergere la triste verità: nella pancia del mammifero sono stati trovati 30 sacchetti di plastica e imballaggi con etichette in danese e in inglese; il più lungo misurava due metri e, nel corpo dell'animale, sono stati trovati altri oggetti di scarto gettati in mare.

L'inconsapevole mammifero ha ingoiato le buste di plastica durante il pasto che, come di consueto, questi animali effettuano spalancando la bocca.

Di solito queste balene, lunghe circa 7 metri, si cibano di plancton, calamari e pesci nelle acque profonde e non si avvicinano alle coste. Invece il mammifero in questione, in cattivissime condizioni di salute, si era arenato più volte nelle acque poco profonde al largo dell'isola di Sotra.

Questi cetacei sono messi gravemente a rischio dall'inquinamento prodotto dall'uomo che getta di tutto nelle acque marine e, a volte, il rischio è mortale. La povera balena aveva l'intestino completamente svuotato da ogni residuo di cibo. Lo strato di grasso era molto sottile perché era malnutrita, come ha evidenziato lo zoologo marino Terje Lislevand.

Una morte atroce tra grandi sofferenze

Secondo gli esperti, la balena ha sofferto moltissimo perché, il blocco intestinale causato dalle buste nella pancia, ha provocato dolori tremendi. Questi animali che vengono trovati spiaggiati, dopo aver ingerito le buste, di solito cominciano a stare male, perdono le forze e si disorientano fino ad arenarsi e a morire.

Morte balena, allarme inquinamento dei mari

Questa tristissima morte riporta all'attenzione dei media (non solo norvegesi) il problema dell'inquinamento dei mari e delle conseguenze che il comportamento umano ha sull'ecosistema marino. Negli ultimi anni gli ambientalisti hanno segnalato il ritrovamento di buste di plastica nello stomaco di balene arenate in Germania, Paesi Bassi, Gran Bretagna e Francia.

Anche altri mammiferi marini, pesci e uccelli, sono colpiti dalla crescente quantità di rifiuti di plastica non biodegradabili presenti nei mari e negli oceani.

La Whale and Dolphin Conservation, un'organizzazione che si batte per la tutela di balene e delfini, denuncia che le buste di plastica non sono mai biodegradabili e che si trasformano, al limite, in pezzetti di plastica più piccoli: pesci e plancton si nutrono di micro plastiche che, irreversibilmente, entrano nella catena alimentare marina e provocano morte.