Lunedì 23, alle ore 9, il premier Paolo Gentiloni aprirà ufficialmente il summit internazionale "Acqua e clima. I più grandi fiumi del mondo a confronto", alla Sala della Protomoteca del Campidoglio, a cura del ministero dell'Ambiente. L'iniziativa, in programma fino a mercoledì 25, è stata presentata nei giorni scorsi, a Palazzo Chigi, alla presenza di Gian Luca Galletti, ministro, e Walter Mizzitti, coordinatore del summit. Quattro le sessioni programmate, con circa cento interventi. Presenti 47 delegazioni di corsi d'acqua. Per l'occasione sei fontane, fra le più belle e storiche della Capitale, dalla Fontana di Trevi a quella del Pantheon, saranno illuminate di blu dalla sera fino a mezzanotte, per sensibilizzare i cittadini sull'importanza dell'evento.

Il messaggio di Papa Francesco

All'apertura del summit internazionale parteciperanno anche il ministro Galletti e la sindaca di Roma, Virginia Raggi. A leggere il messaggio di Papa Francesco sarà il segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin. Alla cerimonia di chiusura prenderà parte Sergio Mattarella, presidente della Repubblica. Proprio in conclusione uno spazio sarà interamente dedicato al continente africano. In prima linea anche i ministri dell'Ambiente di Senegal e Guinea. Per la città di Roma si tratta della prima volta. I responsabili dei bacini fluviali, transfrontalieri e lacustri più grandi del mondo, ma soprattutto più rappresentativi, avvieranno un confronto di notevole interesse.

Si punta all'interscambio di esperienze e know how sulla gestione cosiddetta sostenibile dell'acqua e non solo.

L'impatto dei cambiamenti climatici

Siccità, distruzioni degli ecosistemi, inondazioni, eventi metereologici di una certa gravità stanno assumendo una certa frequenza, con effetti violenti e ripercussioni di ragguardevole entità su tutti i fronti.

Nel quinto rapporto del "Giec", gli scienziati concordano sull'impatto tutt'altro che soft dei cambiamenti climatici sulla disponibilità di acqua e dolce. In passato l'acqua non è stata presa nella necessaria considerazione nell'ambito delle discussioni politiche sul clima. Nel 2015 la Cop 21 di Parigi ha dato il via alla svolta per il riconoscimento delle risorse idriche come argomento prioritario nella lotta contro i cambiamenti climatici.

In climatologia con il termine cambiamenti o mutamenti climatici si indicano le variazioni del clima della Terra, ovvero variazioni a diverse scale spaziali e storico-temporali di parametri ambientali e climatici nei loro valori medi. Negli studi del clima e del fenomeno in questione, molto complesso, non va assolutamente dimenticato che il pianeta ha fatto i conti con diversi cambiamenti dall'origine ai nostri giorni, complessivamente circa 5 milioni di anni.

La necessità di misure condivise

Le prime conseguenze del disordine climatico, dunque, riguardano l'acqua. Oggi necessitano misure importanti e condivise per far fronte al problema, con interventi tempestivi. Assume, dunque, un ruolo prioritario la governance delle risorse idriche.

I dati dell'Oms ribadiscono che il 90 per cento dei disastri in natura riguarda l'acqua. Entro il 2030, inoltre, il fenomeno delle inondazioni potrebbe rivelarsi tre volte superiore a quello attuale. Il rischio di violenti conflitti appare strettamente connesso all'aumento della trasmigrazione delle popolazioni, a causa dei cambiamenti climatici. In tema di trasmigrazione, da oggi al 2050 le previsioni indicano più di 250 milioni di persone interessate a causa di condizioni meteo.