Il buco nell'ozono negli ultimi anni ha causato un incredibile aumento delle temperature che ha portato all'inizio dello scioglimento dei ghiacciai ed è la principale causa dell'effetto serra.

Questo perché lo strato di ozono che circonda la Terra, a causa dello smog di industrie e veicoli, ha reso più sottile lo strato, fino a creare dei buchi.

La causa principale della formazione di questi buchi, dunque è il CFC (acronimo di clorofluorocarburi). È stato scoperto che proprio quando i CFC sono diminuiti, il buco dell'ozono ha avviato un processo di chiusura.

Ad affermarlo è un nuovo studio da parte della NASA.

Lo studio sul buco dell'ozono

La prima volta che fu utilizzata l'espressione "buco dell'ozono" risale ai primi anni Settanta. All'epoca alcune osservazioni scientifiche avevano scoperto l'assottigliamento dello strato di ozono sopra l'Antartide. Il problema suscitò l'allarma di tutti in quanto senza quello "schermo" o se assottigliato, i raggi ultravioletti raggiungevano la superficie terrestre causando danni ai DNA.

La causa erano i CFC, che con i venti estivi queste sostanze volatili venivano trascinate nell'Antartico e con una reazione chimica distruggevano gli atomi di ossigeno. Con il vento invernale, invece, restavano lì e dunque i maggiori danni sono stati creati proprio in quella zona che è completamente disabitata.

Lo studio fatto recentemente, però, ha dimostrato che le misure antinquinamento prese sono servite a qualcosa. Lo studio ha analizzato i dati raccolti da un satellite in 12 anni riguardo l'atmosfera del pianeta.

I periodi analizzati sono stati l'inizio e la fine di tutti gli inverni dell'Antartico. Gli studiosi si sono concentrati sul protossido di azoto che essendo un cfc stabile, permette di ricavare i dati sulle quantità degli altri tipi.

Successivamente sono passati all'acido cloridrico che è il risultato della reazione dei CFC con l'atmosfera. Dalle analisi fatte questa sostanza risulta essere diminuita. L'ultima operazione da fare consiste nel verificare le variazioni negli anni di ozono e cfc.

La ricerca ha mostrato che esiste un collegamento molto profondo tra la quantità di cfc e il buco dell'ozono.

Una diminuzione dello 0,8% di CFC all'anno ha permesso di ripristinare il 20% dell'ozono che era stato distrutto.

Dunque le procedure instaurate hanno effettivamente funzionato ed è giusto proseguire in questa direzione.