Una scossa di magnitudo 3.0 sulla scala Richter è stata registrata martedì 27 febbraio, alle 13:35, dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. La profondità ipocentrale del sisma è stata fissata a 5,4 km. Dopo la scossa principale, altri due eventi hanno interessato l’area colpita, rispettivamente di magnitudo 2.9 e 1.3 Richter e profondità di 4,7 e 6,5 km.

L’epicentro, localizzato in mare, non ha fatto registrare danni a persone o cose ed è stato localizzato a 17 km da Sant’Alessio Siculo, Santa Teresa di Riva e Forza d’Agro nella provincia di Messina.

L’assenza di prevenzione ha risvegliato la paura di un ripetersi dei fatti del 1908, giudicati come il più grave disastro naturale del Vecchio Continente per numero di vittime. Allora, il distretto venne colpito da un Terremoto di magnitudo 7.1, pari all’XI grado della scala Mercalli. Persero la vita tra le 90.000 e le 120.000 persone, in seguito all'evento tellurico e al maremoto, con onde alte tra i 6 e 12 metri, che devastarono le coste siciliane e calabresi. Questo particolare tratto, si trova nel mezzo di una porzione della crosta terrestre in cui si accumulano e scatenano, di continuo, energie potentissime.

Appena qualche settimana fa, il 10 febbraio, una scossa di magnitudo 3.7 Richter aveva interessato quell'area e si calcola che dal 1° gennaio, la città di Messina, in un raggio di 30 km, è stata interessata da 26 eventi sismici, così come riportato dal database Ingv.

Mentre dal 1° gennaio 2010, sono ben 1089 i terremoti che hanno fatto tremare le coste siciliane e calabresi.

Lo scorso 22 febbraio, con epicentro più a nord, un evento di subduzione avente magnitudo 2.6 e profondità di 122 km, aveva interessato la costa siciliana nord orientale vicino i comuni di Villafranca Tirrena, Spadafora, Venetico, Saponara, Valdina, Torregrotta, Roccavaldina, Messina e Rometta.

Secondo i geologi, la placca africana avanzando alla velocità di circa un centimetro l’anno, spinge contro la placca eurasiatica. Proprio questa spinta colossale della placca africana e del subcontinente indiano, milioni di anni fa, ha generato le Alpi e il Caucaso. Si ritiene che fra 50.000.000 di anni Africa ed Europa saranno di nuovo unite, come ai tempi della Pangea e a farne le spese sarà il Mar Mediterraneo.

Nonostante questo periodo di progressiva fusione territoriale sia molto lungo, ad ogni ora del giorno le potenti forze in gioco agiscono senza tregua determinando terremoti, eruzioni vulcaniche, maremoti, modifiche della superficie terrestre e dei fondali marini.

Si prospetta, tuttavia, un 2018 movimentato. Secondo alcuni scienziati, il rallentamento della rotazione terrestre corrisponderebbe ad un aumento dell'attività sismica.