La storia di Fausto Filippone, uomo di 49 anni e dirigente aziendale nel settore dell’abbigliamento ha fatto molto scalpore. La recente morte della madre viene considerata dagli inquirenti una delle possibili cause del suo gesto folle. L'uomo, il 20 maggio scorso, ha letteralmente scaraventato la moglie dal balcone e, in seguito, la figlia di 10 anni da un cavalcavia, per poi seguirla alcune ore dopo. A nulla sono valsi gli sforzi gli sforzi dei Volontari del Soccorso e uomini del supporto psicologico per farlo desistere. La svolta nelle indagini si è avuta ben 8 giorni dopo l'accaduto, quando sono stati trovati nella macchina del defunto manager 50 grammi di cocaina, insieme ad una sostanza sconosciuta all'interno di una siringa usata.

La cocaina, la droga dei businessmen

La cocaina, l'alcaloide presente naturalmente nelle foglie di coca, sarebbe una droga molto popolare ai 'piani alti' delle aziende. In un ambiente così stressante, dove la competitività è l’unica arma per restare a galla, la cocaina sembra essere una via di fuga: questa droga dà lo sprint e la forza mentale per far fronte a tutti i problemi del mondo. O così pare ai consumatori, che poi si ritrovano con pesanti conseguenze nel lungo termine. La cocaina riesce a dare questo iniziale sprint perché interferisce nella produzione di un ormone, il cortisolo, detto anche "ormone dello stress". Questa sostanza è un messaggero molto simile all'adrenalina nella forma e negli effetti: prodotto dalle ghiandole surrenali, stimola l’organismo a dare fondo alle scorte energetiche presenti per affrontare una situazione particolarmente difficile.

Il cortisolo provoca un aumento della pressione, del battito cardiaco, stimola il consumo di zuccheri e attiva vari meccanismi metabolici che inducono il corpo a dare fondo alle sue energie, costi quel che costi. Tuttavia, questo meccanismo è pensato per periodi relativamente brevi. Il corpo ha infatti un suo livello di attività standard: andare oltre quel limite comporta degli svantaggi.

Inizialmente, infatti, il cortisolo sospende tutte le attività non vitali dell’organismo come le difese immunitarie, le attività di riparo delle cellule e la crescita delle ossa, per avere più energia da dedicare alle attività richieste; nondimeno, con l’andare avanti della stimolazione, il cortisolo comincia a danneggiare le stesse capacità mentali che in un primo momento rafforzava.

Un'esposizione prolungata al cortisolo, infine, provoca un calo di acutezza mentale generale, estrema stanchezza e una sensibile diminuzione di abilità nel processo decisionale.

Il legame tra cocaina e cortisolo è talmente stretto che è stato rilevato come alti livelli base di cortisolo siano correlati ad una tolleranza più elevata della tossicità della cocaina. Un individuo che è già sottoposto a stress e fa utilizzo della cocaina sarà quindi portato a consumarne di più, entrando in un circolo vizioso di dipendenza da cui è molto difficile uscire.

Gestire lo stress: impossibile per i tossici!

La cocaina stimola anche la produzione di beta-endorfine, una sostanza collegata con il meccanismo della ricompensa e del piacere.

Queste sostanze portano l’individuo in uno stato mentale di euforia e sensazione di onnipotenza. Infine, la droga abitua il corpo ad una concentrazione alta di queste sostanze, rendendo i soggetti che ne fanno uso per un periodo prolungato estremamente sensibili a stress emotivi ed emozioni forti. Questi stress, che di norma sono facilmente gestibili dalle persone sane, causano nei tossicodipendenti situazioni di forte disagio psicologico che culminano nell'assunzione di nuova droga.