L'estate farà il suo ingresso, nel fine settimana tra venerdì 29 giugno e domenica 1 luglio, a bordo dell'anticiclone africano Caronte. In arrivo temperature roventi, che sfioreranno i 40 gradi al Sud, nonché caldo e afa nei capoluoghi del Centro e del Nord, come Bologna, Firenze e Milano.

Al mitico traghettatore - che consentiva alle anime l'approdo nel regno dell'Ade - sarà però concessa solo una breve permanenza: dal 5-6 luglio, infatti, le temperature torneranno ad abbassarsi e i cieli non saranno sempre tersi e azzurri come pretenderebbe generalmente la stagione.

L'altalena climatica continuerà nel suo susseguirsi di afa e frescura, per la gioia di coloro che non amano il caldo torrido.

Le Previsioni meteo a lungo termine dicono che i mesi di luglio e agosto saranno decisamente più miti sul termometro rispetto agli anni passati, soprattutto nel Nordovest, in Toscana, Lazio, Umbria, Campania, Sardegna e Sicilia.

L'estate dunque continuerà a essere incerta, fra caldo africano e temporali provenienti dall'Atlantico verso la Spagna e la Francia, fino a raggiungere l'Italia con piogge che interesseranno soprattutto le regioni settentrionali. E con loro il resto dell'Europa.

Ma quando arriverà definitivamente il bel tempo?

Il vero caldo e la bella stagione sono previsti a settembre e addirittura ottobre, con valori superiori alla media; anche i successivi mesi autunnali e invernali faranno registrare temperature di due gradi in più rispetto alla norma, la neve non imbiancherà le città e solo a febbraio farà freddo davvero, stando alle previsioni degli esperti.

Il 'global warming' trasformerà l'ecosistema e molte specie animali nel prossimo futuro

Il surriscaldamento del globo è la causa di queste virate climatiche che comporteranno pesanti danni all'ecosistema. Le previsioni a lungo termine dicono infatti che si sfalderanno molti equilibri: la variazione di temperatura del globo, dovuta all'emissione del gas serra, inciderà nei prossimi cinquant'anni sui valori termici degli oceani, cambieranno gli ecosistemi marini, le catene alimentari si modificheranno con l'invasione di nuovi predatori e parassiti, mentre nelle aree tropicali, con la scomparsa di molte specie, si perderà la biodiversità.

Tutti gli animali subiranno pesanti trasformazioni: uno studio finanziato dal governo belga e pubblicato su Nature prevede un cambiamento dimensionale (intorno al 2100) di specie come crostacei, ragni e coleotteri che diventeranno più piccoli del 45%, al contrario di falene notturne, cavallette e grilli che saranno più grandi del 20%.

Anche gli animali a sangue caldo, come i mammiferi e gli uccelli, modificheranno la loro struttura a causa della scomparsa di alcune prede.

La ricerca degli scienziati osserva che non si era mai registrato un cambiamento così rapido sulla terra nell'arco di 50 milioni di anni. Il fenomeno impone urgenti provvedimenti: è tempo di green economy, di abbandonare le vecchie politiche energetiche che sfruttano combustibili fossili, di salvaguardare le risorse idriche. Prendersi cura della terra e della natura, insomma, non è un mero slogan ambientalista. Senza questo stretto rapporto fra uomo e natura diventa impossibile ogni forma di vita, la terra ci tiene uniti a lei con un cordone ombelicale biologico, proprio come quando una madre alimenta il neonato che porta in grembo.