Il preoccupante allarme arriva dallo studio guidato dal ricercatore italiano Luca Santini e pubblicato sulla rivista Conservation Biology. Oltre 600 specie sono state lasciate erroneamente al di fuori della "Red List" degli animali minacciati [VIDEO]e circa un centinaio, fino ad oggi impossibili da monitorare per mancanza di dati, risultano anch'esse a rischio estinzione come il topo a strisce etiopico o il pappagallo pigmeo.
La 'Red List' della International Union for Conservacy of Nature (IUCN)
Un team di ricercatori esperti si riunisce volontariamente e periodocamente, ad intervallo di qualche anno, per monitorare lo stato di conservazione delle specie animali nel mondo e questa analisi viene successivamente inserita all'interno della "Red List of Threatened Species", ovvero la Lista Rossa delle Specie a Rischio dell'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN).
Le specie vengono classificate sulla base di cinque livelli di rischio estinzione, che vanno dal Vulnerabile all'Estinto, sulla base della loro distribuzione, popolazione e recenti sviluppi.
"Spesso questi dati sono di scarsa qualità perché obsoleti o inaccurati, perché alcune specie vivono in aree molto remote e non sono state studiate in modo appropriato, il che potrebbe portare a classificare le specie in modo errato o a non valutarle affatto" commenta Santini.
Il nuovo algoritmo per una migliore valutazione del rischio
Secondo Luca Santini, ecologista presso la Radboud University, occorre un approccio più sistematico ed efficiente, e l'utilizzo di metodo innovativo da parte degli esperti della Red List permetterà dei passi avanti nel monitoraggio delle specie a rischio.
Il metodo messo a punto dalla Radboud University affiancherà lo studio degli esperti, mettendo loro a disposizione maggiori informazioni e statistiche che migliorano l'efficienza ed il dinamismo della Red List. Il livello di rischio di estinzione della specie viene determinato grazie all'utilizzo di carte sull'uso del suolo che evidenziano la distribuzione delle specie e l'evoluzione negli anni.
A queste si aggiungono ulteriori statistiche e parametri legati alle specie, che migliorano il grado di affidabilità del monitoraggio della Red List nel tempo.
Secondo Santini "La nostra visione è che il nostro nuovo metodo sarà presto automatizzato in modo che i dati vengano aggiornati ogni anno con nuove informazioni sull'uso del suolo.
Pertanto, il nostro metodo può realmente accelerare il processo e fornire un sistema di allerta precoce indicando specificamente le specie che dovrebbero essere rivalutate rapidamente". La ricerca è stata condotta in collaborazione con Carlo Rondinini, direttore del Global Mammal Assessment Program for the Red List, e Stuart Butchart, capo scienziato di BirdLife International.