Marte potrebbe essere diventato abitabile già 4,2 miliardi di anni fa, come riportato da un articolo d'approfondimento pubblicato su Fanpage. Tale innovativa scoperta è stata il risultato di una ricerca portata avanti dagli scienziati dell'Università canadese dell'Ontario occidentale che, in tale occasione, hanno avuto modo di collaborare con i ricercatori del Royal Ontario Museum e con quelli statunitensi del Johnson Space Center della NASA. Inoltre, tra i team di scienziati che hanno partecipato alla ricerca vi erano anche quelli inglesi dell'Università di Portsmouth.

Inoltre, una ricerca italiana, condotta dall'Università di Padova, ha rilevato la presenza di vulcani di fango

La prime forme di vita della Terra sono molto più giovani

Stando sempre al già citato articolo di Fanpage, gli scienziati hanno concluso che la vita sul pianeta rosso sarebbe potuta 'germogliare' molto prima di quanto ritenuto e previsto sino ad ora. Inoltre, lo studio ha appurato che le prime forme di vita che sono nate sulla Terra risultano essere più giovani rispetto a quelle che sarebbero potute nascere nella stessa Marte. Ciò sarebbe stato dedotto dall'analisi di diversi minerali di origine marziana e di zirconi e, inoltre, dalla ipotizzata forte presenza dell'acqua. Su tale tema, bisogna comunque aggiungere che in seguito l'atmosfera marziana venne meno e lo stesso pianeta diventò un vero e proprio 'deserto rosso'.

I vulcani di fango presenti su Marte scoperti da un team di scienziati italiani

Oltre allo studio condotto dagli scienziati dell'Università dell'Ontario, bisogna segnalare che recentemente un'altra ricerca ha portato a delle scoperte particolarmente interessanti sul pianeta rosso. Entrando nei dettagli, la ricerca è stata fatta da un team di scienziati italiani del dipartimento di Geoscienze dell'Università di Padova e ha rilevato che su Marte sarebbero stati presenti migliaia di vulcani di fango.

Come riporta un articolo pubblicato da Repubblica, gli stessi ricercatori di origine italiana hanno appurato che nel pianeta rosso è presente un'area di ben 12mila chilometri quadrati e, in tale spazio, sarebbero stati situati gli stessi vulcani di fango citati.

Stando sempre a quanto riportato dall'articolo di Repubblica, la ricerca del team scientifico italiano è stata anche dettagliatamente citata sull'autorevole rivista Scientific Reports e potrebbe essere fondamentale negli studi relativi alla presenza di acqua su Marte.

Sempre tali studi potrebbero essere sicuramente indispensabili per conoscere maggiormente le particolarità e la storia remota del pianeta rosso, che da diverso tempo è sempre di più al centro della ricerca scientifica.