"I magistrati non possono svolgere attività politica". Con questa motivazione il procuratore generale della cassazione Gianfranco Ciani ha motivato l'azione disciplinare nei confronti dell'ex sindaco di Bari Michele Emiliano. Fresco di vittoria alle primarie, il segretario regionale del Partito Democratico, secondo la cassazione non potrebbe svolgere, con continuità, in virtù del suo ruolo regionale nelle fila del suo partito, l'attività politica. E' proprio la sua funzione di segretario ad essere nel mirino. A nessun magistrato, nemmeno a quelli fuori ruolo, è consentita l'iscrizione a partiti politici.

Immediate le reazioni del diretto interessato che ha sostenuto di non aver violato nessuna norma da undici anni e che, nel periodo incriminato, è sempre stato in aspettativa. Inoltre si è detto fiducioso del risultato dell'azione disciplinare che, se dovesse rilevare delle violazioni, sarebbe pronto a rimuoverle senza problemi. Tuttavia è ineludibile che, a detta dell'ex sindaco del capoluogo pugliese, se sanzionato, sarebbe il primo caso nella storia d'Italia di un magistrato sanzionato per tali motivazioni

Dal 2007 Emiliano ha ricoperto l'incarico di segretario e presidente del Partito Democratico e svolto il ruolo di sindaco della città di Bari. Nella sua carriera è stato anche segretario di una lista che portava il suo nome.

Proprio nello scorso weekend, il segretario Pd aveva ottenuto il lasciapassare per la corsa alla carica di governatore della Puglia dopo dieci anni, sempre di centrosinistra, con Nicola Vendola presidente. Nella consultazione, Emiliano ha ottenuto il cinquantasette per cento dei consensi davanti al senatore di Sinistra Ecologia e Libertà Dario Stefàno con il trentuno per cento.

Nonostante la notizia dell'azione disciplinare, proseguirà la campagna elettorale per la corsa alla Regione Puglia che vedrebbe il suo culmine il diciassette maggio 2015 con le elezioni. Certamente la notizia turberà non poco gli animi e darà al centrodestra alcuni alibi per poter attaccare apertamente l'ex sindaco di Bari. Chi la spunterà? La parola, almeno per il momento, alla Corte di Cassazione che dovrà esprimersi su questo caso.