Presentato a Roma con un convegno ospitato nella biblioteca del Senato lo studio secondo la cui indicazione il Cref (Centro ricerche economia e formazione) dimostra che per un'Asl, preferire la distribuzione per conto (dpc) alla distribuzione diretta significa assicurarsi risparmi che possono anche superare il 30%. L'indagine, frutto di una collaborazione tra Federfarma e l'azienda sanitaria di Trieste, ha stimato i costi effettivi sostenuti dalla struttura per la distribuzione diretta per poi giungere a confrontarli con quelli che si determinerebbero nell'ipotesi di una distribuzione per conto.

Andrea Garlatti, docente di economia aziendale all'Università di Udine ha dichiarato che "Nel 2010 l'Asl ha distribuito direttamente farmaci per un valore d'acquisto di 2,9 milioni di euro, e ha sostenuto per quest'attività costi pari a poco più di 890 mila euro. In sostanza, i costi rappresentano circa il 30% del valore del distribuito, ossia 20 euro a confezione".

Nell'ipotesi in cui quello stesso volume di confezioni venisse distribuito in dpc con una remunerazione alle farmacie di 7,50 euro a confezione, l'Asl ridurrebbe i costi di circa 680 mila euro, ossia 14 euro a confezione. "Rispetto ai venti euro di prima" è la conclusione di Garlatti "il calo è di poco superiore al 29%".

Tale valore, come se non bastasse, si riferisce strettamente alla realtà dell'Asl triestina che si è prestata a fare da campione: "Quest'azienda non è certo tra le più inefficienti del paese" ha precisato Damiano Degrassi, presidente del Cref  "quindi è legittimo supporre che in altre aziende i risparmi potrebbero essere anche maggiori".

Identiche considerazioni sul rapporto tra pubblico e privato si possono fare anche per altri servizi: "La ricerca" ha dichiarato Garlatti "autorizza a pensare che con la rete delle farmacie sono possibili economie di "specializzazione" non solo nella distribuzione del farmaco ma anche in altre attività, come i servizi logistici e professionali".

Ridurre i costi dell’Asl si può

Preferire la distribuzione per conto alla distribuzione diretta significa ridurre la spesa anche superiore al 30%. I dati dello studio Cref.

 

Presentato a Roma con un convegno ospitato nella biblioteca del Senato lo studio secondo la cui indicazione il Cref (Centro ricerche economia e formazione) dimostra che per un'Asl, preferire la distribuzione per conto (dpc) alla distribuzione diretta significa assicurarsi risparmi che possono anche superare il 30%. L'indagine, frutto di una collaborazione tra Federfarma e l'azienda sanitaria di Trieste, ha stimato i costi effettivi sostenuti dalla struttura per la distribuzione diretta per poi giungere a confrontarli con quelli che si determinerebbero nell'ipotesi di una distribuzione per conto.

 

Andrea Garlatti, docente di economia aziendale all'Università di Udine ha dichiarato che "Nel 2010 l'Asl ha distribuito direttamente farmaci per un valore d'acquisto di 2,9 milioni di euro, e ha sostenuto per quest'attività costi pari a poco più di 890 mila euro. In sostanza, i costi rappresentano circa il 30% del valore del distribuito, ossia 20 euro a confezione".

 

Nell'ipotesi in cui quello stesso volume di confezioni venisse distribuito in dpc con una remunerazione alle farmacie di 7,50 euro a confezione, l'Asl ridurrebbe i costi di circa 680 mila euro, ossia 14 euro a confezione. "Rispetto ai venti euro di prima" è la conclusione di Garlatti "il calo è di poco superiore al 29%".

 

Tale valore, come se non bastasse, si riferisce strettamente alla realtà dell'Asl triestina che si è prestata a fare da campione: "Quest'azienda non è certo tra le più inefficienti del paese" ha precisato Damiano Degrassi, presidente del Cref "quindi è legittimo supporre che in altre aziende i risparmi potrebbero essere anche maggiori".

 

Identiche considerazioni sul rapporto tra pubblico e privato si possono fare anche per altri servizi: "La ricerca" ha dichiarato Garlatti "autorizza a pensare che con la rete delle farmacie sono possibili economie di "specializzazione" non solo nella distribuzione del farmaco ma anche in altre attività, come i servizi logistici e professionali".