Si continua a chiedere l'amnistia, ci sono scioperi della fame e “battiture della speranza”, ed ora è ripresa la “campagna non violenta, in nome della legge e del popolo sovrano” citando Marco Pannella, leader dei Radicali che da anni porta avanti questa lotta pacifica. Ad una recente intervista al Tg 5 rincara la dose togliendo altri veli sulla Giustizia Italiana: “25 milioni di cittadini sono oggi coinvolti da 5 milioni di processi penali e 5 milioni di cause e procedimenti civili, siamo condannati perchè lo Stato si comporta in modo criminale”.
Qualche dato: in Italia abbiamo 9 milioni di processi arretrati, per una sentenza definitiva attendiamo circa 10 anni, 170 mila processi non arrivano alla sentenza finale perché cadono in prescrizione. Da 25 anni le Corti europee condannano la nostra realtà perché contro la giurisdizione, il diritto europeo e i diritti umani. I detenuti sono 67mila per 45mila posti; di questi il 40% è ancora in attesa di giudizio, il 50% di questi dopo mesi o anni, risulterà innocente.
La Ministra Severino ha recentemente dichiarato che presto potremo contare 11573 nuovi posti in nuove carceri, Napolitano ha dichiarato: “è una questione di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile, è una realtà non giustificabile in nome della sicurezza che ne viene più insidiata che garantita” ma era il 28 Luglio 2011, durante un convegno dei Radicali.
È proposta Radicale, da decenni, quella dell'amnistia che risulta essere l'unico modo per realizzare quanto richiesto dalle corti europee, consegnando un giusto risarcimento alle vittime senza lasciar cadere i processi in prescrizione e permettendo quasi di delinquere. Il carcere deve essere via di espiazione, sostegno e insegnamento, oggi in Italia il carcere è tortura: celle destinate a 4 detenuti che ne ospitano 6/8, condizioni igenico sanitarie oltre l'indecenza, mense e servizi al limite del disumano. Il personale è abbondantemente sotto il numero necessario, i volontari, i medici, gli psicologi e pure i cappellani scarseggiano.
Di oggi la discussione sull'ipotetica chiusura del carcere di Marsala, mentre l'associazione Detenuto Ignoto continua a proporre la petizione per chiedere al Governo l'introduzione del reato di tortura nell'ordinamento italiano, alla riapertura dei lavori della Camera l'on.
Rita Bernardini depositerà una mozione riguardante l'equiparazione degli appartenenti alla Polizia Penitenziaria a quelli di altre forze di Polizia.
Diritto e dovere d'informazione sembrano quantomeno difficili, dai media nazionali infatti sono state poche le notizie sullo sciopero della fame che a Luglio ha coinvolto oltre 30 mila tra detenuti e personale carcerario. Un caso che non ci sia stato alcun suicidio in quei 4 giorni: forse i detenuti stanno chiedendo di essere ascoltati?