Certificazione ambientale dei prodotti, dei sistemi di gestione dei processi industriali e delle attività produttive: questo l’obiettivo di un progetto del Ministero dell’Ambiente, che punta l’attenzione sulla sostenibilità e sulla protezione dell’ambiente che ci circonda, e che è stato presentato all’Università Bocconi lunedì 8 ottobre. E sono già oltre 70 le grandi imprese italiane aderenti, imprese leader nel made in Italy: da Pirelli a Gucci, da Antinori a Benetton, da Coop Italia alla società Autostrade, dall’Acqua San Benedetto a Gancia, da Illy Caffè a Telecom, dall’Università Ca’ Foscari di Venezia a Tasca d’Almerita, da Unicredit all’Università Tor Vergata di Roma.

La certificazione ambientale è ormai una realtà promossa e richiesta da molte associazioni, Legambiente in primis. L’iniziativa del Ministero dell’Ambiente è stata avviata nel 2009 per promuovere iniziative comuni con le imprese per l’analisi dell’impatto ambientale e l’identificazione delle soluzioni tecnologiche/gestionali necessarie a promuovere modelli sostenibili di produzione e consumo nelle proprie attività di filiera. In questo contesto hanno assunto un ruolo significativo gli impegni volontari delle imprese per la riduzione sia delle emissioni dei gas ad effetto serra , o “carbon footprinting”, sia dei consumi di acqua (“water footprinting”), che molte imprese hanno adottato come label di identificazione della propria “impronta” ambientale.

“L’esperienza di questi anni - osserva il ministro Corrado Clini - suggerisce che i consumatori finali sono sempre più sensibili al valore ambientale delle proprie scelte, e questo dato sta orientando le imprese ad assumere in misura crescente la certificazione ambientale del ciclo di vita dei propri prodotti, come scelta volontaria e strategica per accrescere la competitività in mercati sempre più esigenti ed attenti ai valori ambientali.

Il governo italiano, dopo le iniziative già assunte per il sostegno alla green economy, deve prevedere misure specifiche per la promozione della certificazione ambientale sia attraverso il green procurement nel settore pubblico, sia attraverso incentivi fiscali. A questo fine dovrà essere utilizzato lo schema di delega fiscale, che all’art.15 prevede misure per la fiscalità verde”.