Chi ha deciso di emigrare, chi invece di scommettere sulla propria vita e sulla quella dei propri figli rimanendo nel luogo di nascita. Taranto come altre zone del Sud del paese che hanno arte, sole, mare, ma che devono vivere di aziende pesanti e vite appese ad un filo.
La cronaca degli ultimi mesi è concentrata sull'Ilva di Taranto e sulla possibile decisione della magistratura che potrebbe portare alla chiusura degli stabilimenti e alla conseguente perdita del lavoro per circa 12000 famiglie che arrivano a 20mila se considerato l’indotto.
La solita storia, si mercanteggia la vita col lavoro, si è disposti a respirare veleni pur di mettere da parte denaro per la prima casa e creare un avvenire per la propria prole.
In questi giorni si parla anche di emergenza sanitaria, troppi bambini nascono nella zona con malattie tumorali, troppi anziani muoiono prima dei loro giorni. Un cartello ha colpito in questi giorni dal titolo "i bambini di Taranto affidano il loro futuro alla magistratura", ma si sa bene che il problema è politico, economico, storico.
La mortalità di Taranto è più alta rispetto al resto della regione del 14 per cento per gli uomini e dell'8 per cento le donne. E' la storia di un'azienda che ha tenuto in vita e allo stesso tempo avvelenato i “suoi cittadini”. Oggi, per il provvedimento dei magistrati, potrebbe essere delineata la fine. Come ne sarà di tutti i lavoratori? Le storie di chi ha in famiglia dei malati che hanno respirato quelle polveri e lavorato in uno dei stabilimenti sono tante e toccano l'intimo di ognuno di noi.
Necessita sicuramente mettere a norma Ue l'intera filiera, ma pensare anche alle manifestazioni degli operai che non vogliono che l'azienda chiuda. Serve un patto generazionale tra economia e politica, di chi è la responsabilità delle costruzioni immobiliari nelle zone limitrofe agli scarichi, cosa è stato fatto negli anni per i lavoratori e perché mai è stata pronunciata l’emergenza sanitaria? Cosa ne sarà di Taranto e dintorni senza l'Ilva e i suoi altiforni? E soprattutto cosa significherà la chiusura dell'Ilva per altre zone d'Italia che vivono momenti delicati simili?