Li Yan è una donna cinese, che dopo anni di soprusi e violenze inaudite, tra cui bruciature sul volto da sigarette, reagisce all'ennesima violenza uccidendo il marito, ovviamente nella vecchia Cina che non ha certo una visione diversa della donna, ormai, di quella di un certo mondo maschile violento che la vede come oggetto, non ha giustificazione il suo gesto.

Li Yan, dopo un primo matrimonio fallito, convinta dalla corte insistente dell'uomo nonostante il parere negativo della famiglia e del più giovane fratello, data la reputazione di uomo violento di questo, decide di sposarlo ugualmente, ma ben presto capisce la cruda realtà, l'uomo la picchia, la brucia con le sigarette sul viso, le taglia un dito e in segno di punizione, la denuda e la lascia ore e ore chiusa sul balcone al biasimo di tutti.

Li Yan prova a denunciare, ma nonostante lo fa più volte alla polizia, anche dopo un ricovero in ospedale, come succede spesso anche da noi, perché spesso la legge ha le mani legate, reputandolo un' affare privato e spesso qualcosa che è normalità, nessuno fa nulla, tanto da arrivare al tragico epilogo, della reazione della donna, che ora, avendo colpito a morte il marito nell'indifferenza di tutti che hanno paura di inimicarsi i parenti di lui, rischia la pena di morte perché nessuno testimonierà per lei.

Una delle tante storie di violenza sulla donna, in mezzo ad un mondo moderno di emancipazione, di donne che vivono liberamente a volte anche criticate e diffamate a torto, ma nella propria convinzione di essere nel giusto di avere diritto a essere libere, ancora oggi ci sono storie simili, e mentre in Italia i tribunali finalmente, ammettono come nel caso di una donna che viene prosciolta per legittima difesa in un caso analogo a quello di Li Yan, per ora per lei il finale è diverso, e, le violenze nel mondo sia in quello evoluto che antiquato non terminano e le donne vivono una situazione a volte penosa come oggetti peggio delle bestie.

Aituiamo Li Yan, sensibilizziamo la campagna:

Sostieni anche tu la campagna di Amnesty International contro la pena di morte, dona ora 50, 80 o 100 euro e aiutaci a salvare la vita di Li Yan.

La storia di Li Yan non è l'unica e non sarà l'ultima è un girone di violenze senza fine e senza tutela, quello di molte donne sia del mondo emancipato sia di quello retrogrado di molti paesi del mondo, per ora l'unica cosa che possiamo fare per lei è aderire a questa campagna anche non economicamente, ma solo diffondendo la sua storia, per sperare che finisca finalmente il suo incubo, almeno il suo....