Per comprendere nello specifico cosa è avvenuto ieri durante la partita Serbia-Albania, bisogna fare un breve quadro dei rapporti esistenti tra queste due nazioni, altrimenti si corre il rischio di leggere una semplice scaramuccia tra i tifosi, mentre alla base vi sono secoli di lotte e tensioni politiche. Quell'aereomobile telecomandato che sul finire del primo tempo recava la scritta "Kosovo autoctono, 1912" è già di per sé molto eloquente, poiché quella è la data dei patriottici e dei nazionalisti albanesi, la data nella quale l'Albania diventa per la prima volta Stato nazionale indipendente sganciandosi dal dominio musulmano.

Quella scritta, quindi, voleva essere un messaggio chiaro ai serbi che l'Albania, e in particolare il Kosovo, non si toccano e che esse amano la loro libertà e indipendenza. Un chiaro rimando quindi, all'epoca in cui Milosevic, presidente del partito comunista serbo e della Jugoslavia, effettuò una carneficina sui kosovari albanesi tenendo in scacco il territorio del Kosovo.

I fatti

Quarantaquattresimo minuto del primo tempo e sullo stadio di Belgrado si vede questo aereomobile telecomandato recare la scritta di cui abbiamo parlato prima. Il vessillo, un dolore per i nazionalisti serbi che considerano il Kosovo provincia autonoma ma comunque di loro dominio, viene subito rimosso dal calciatore Mitrovic, che lo scaglia via con sdegno.

Ne nasce una rissa in campo e il lancio di oggetti indirizzati ai calciatori albanesi, i quali corrono subito al riparo negli spogliatoi, seguiti da quelli serbi. Questi ultimi dopo alcuni minuti rientrano in campo, mentre la squadra albanese decide di non poter continuare l'incontro dato l'alto rischio: l'arbitro dichiara il match sospeso.

La partita, del resto, rappresentava un teatro di sfogo per le due parti che si sentono entrambe derubate di qualcosa: la Serbia del Kosovo e l'Albania della sua dignità in passato. Era facilmente pronosticabile una situazione del genere e già i numerosi fischi all'indirizzo dell'inno albanese non lasciavano presagire nulla di buono.

Far scontrare delle squadre che hanno un passato così ostico, se da un lato rappresenta una fonte di guadagno dato il grande afflusso di tifosi, dall'altro è un grave rischio poiché il confine tra tifosi e nazionalisti è molto sottile in questi match.