La Lazio batte nuovamente il Milan, per la seconda volta dopo tre giorni: stavolta sbanca San Siro nella gara unica valevole per i quarti di finale di Coppa Italia e lo fa con pieno merito; nonostante l'handicap dell'inferiorità numerica nei secondi 45', la squadra di Pioli non soffre, anzi gestisce il risultato con la calma delle grandi squadre, quella che la Lazio é quest'anno e che può senz'altro ambire alla Champions in ottica campionato. Per i biancocelesti in semifinale ci sarà o Napoli o Inter, che si sfideranno il 4 febbraio al San Paolo.

I rossoneri invece non arrestano la loro emorragia di risultati negativi: svanisce l'obiettivo della Coppa Italia, l'unico traguardo realistico per raggiungere l'Europa visto il ritardo in campionato. Preoccupa il gioco e la difficoltà di questa squadra a creare palle gol: in questo il lavoro di Inzaghi va messo in discussione, sebbene il tecnico rossonero (sempre più in bilico: per ora resta) non abbia tutte le colpe vista la carenza di qualità della rosa, soprattutto nel settore nevralgico del campo.

Inzaghi si affida al trio d'attacco Cerci- Pazzini- Menez per cercare la vittoria salva panchina: solo panchina per il rientrante Honda dopo le fatiche della Coppa d'Asia. Pioli invece conferma Klose al centro dell'attacco con Keita e Parolo a supportarlo; a centrocampo confermato l'ottimo giovane Cataldi con Biglia play basso e Onazi.

In apertura un retropassaggio di Abate mette Klose in condizione di superare Abbiati ma il tedesco poi calcia alto. Poi la gara si trascina senza particolari sussulti, a parte un tiro ravvicinato di Menez che non coglie impreparato Berisha. La partita si sblocca al 38': Albertazzi tocca con la mano un cross di Radu dalla sinistra; è rigore che Biglia trasforma spiazzando Abbiati.

Prima della fine del tempo la Lazio rimane in dieci: Cana interviene da dietro su Menez nei pressi del cerchio del centrocampo e rimedia la seconda ammonizione in pochi minuti.

Dopo l'intervallo, Pioli provvede al primo cambio per ristabilire l'ordine tattico della sua squadra: fuori Cataldi, un centrocampista, dentro Novaretti, un difensore, a ricomporre sul campo un 4-3-2.

Tra le fila rossonere, Honda fa il suo rientro sostituendo Muntari; in casa biancoceleste, si deve arrendere Mauricio per infortunio, al suo posto Basta che si sistema sulla fascia destra con Radu centrale e Konko dall'altra parte. Tiene il muro della Lazio: Alex di testa non trova la porta, Novaretti deve sventare un traversone di Abate che avrebbe trovato la porta sguarnita; il resto sono tiretti che Berisha controlla agevolmente. Ma nonostante l'uomo in meno gli ospiti riescono a ripartire e a rendersi pericolosi: Keita ha la palla buona alla mezz'ora per chiudere la gara ma il suo diagonale colpisce il palo. Pazzini segna un gran gol ma Rocchi annulla per un tocco di braccio dell'attaccante.

Mentre Poli rileva Van Ginkel e Suso fa il suo debutto in maglia rossonera, nel finale il match si accende ancora: prima Onazi si divora il 2-0 tirando a lato da buona posizione, poi Cerci trova il pari ma é in fuorigioco. L'ultima illusione per il pubblico di San Siro che a fine gara non può far altro che contestare i propri (ex) beniamini mentre sul campo festeggiano, come capita per l'ennesima volta in stagione, gli avversari.