Da Bauru alla Seleçao, dai "palloni" fatti con pompelmi arrotolati in stracci a quelli veri e propri fatti in cuoio, sempre con un solo numero dietro la maglia, un numero che ha fatto e fa sognare ancora tutti gli amanti del gioco del calcio, il dieci.

La vita

Il 23 ottobre di settantacinque anni fa nacque quella che, secondo i più, è la stella più lucente dell'universo del pallone: Edson Arantes do Nascimiento, meglio conosciuto con il nome di Pelé. Figlio di Dondinho, discreto calciatore, e di Maria Celeste Arantes, Pelé nacque precisamente a Três Corações, salvo poi trasferirsi a Bauru con la famiglia all'età di cinque anni.

Il nomignolo "Pelé" gli fu dato proprio in questo periodo da un compagno d'infanzia, anche se l'asso brasiliano si è sempre vantato del suo vero nome, Edson (o Edison), impostogli in onore dell'inventore statunitense Thomas Edison. Nel 1956 fu prelevato dal Santos in seguito ad un provino e nel 1957, a soli 16 anni, Pelé militava già stabilmente in prima squadra e quell'anno diventò quasi sicuramente il più giovane capocannoniere del campionato paulista. Solo dieci mesi più tardi, Pelé -a 17 anni- viene inserito nella lista della Nazionale del Brasile per i Mondiali di Svezia. Diventerà, di lì a poco, il più giovane calciatore ad aver vinto un mondiale. Nel 1962, il governo brasiliano lo nominò "Tesoro nazionale" proibendo, di fatto, qualsiasi trasferimento di "El Gasolina" (altro soprannome di Pelé) in Europa.

Nel novembre 1964, nella partita contro il Botafogo, stabilisce il nuovo record di marcature di un singolo giocatore in una sola partita, otto: il record è tuttora vigente.

Nel 1969, in contemporanea con il secondo sbarco sulla Luna degli Americani, al Maracana di Rio de Janeiro la Perla Nera mette a segno il suo millesimo gol in carriera.

Dopo quello, ne arriveranno altri duecentottantuno, per un totale di 1281 gol in 1363 partite giocate. Nel frattempo, si appresta a partecipare al suo quarto Mondiale (Messico 1970), da cui uscirà vincitore: unico calciatore nella storia ad aver vinto tre coppe Jules Rimet che, dopo quell'occasione, diventarono patrimonio personale della Nazionale brasiliana, e dall'edizione successiva il torneo prese il nome di Fifa World Cup, appellativo in uso ancora oggi.

Impossibile elencare tutte le giocate di O Rei. Tutte bellissime, per tecnica, stile e visione di gioco. Quella su Ladislao Mazurkiewic, portiere dell'Uruguay ai Mondiali del 1970, è considerata dagli esperti del gioco, la più bella finta di corpo della storia del calcio.

Il gol più bello

Ma stando alle dichiarazioni dello stesso Pelé, il suo gol più bello fu quello realizzato allo stadio Rua Javari, il 2 agosto 1959. L'asso brasiliano riceve la palla da un compagno di squadra, effettua tre sombreri ad altrettanti avversari senza mai far cadere a terra il pallone e incassa con un potentissimo colpo di testa, altra specialità della casa. Non possedendo nessun video di quel gol, ma ripercorrendo i racconti dei presenti, per volere dello stesso Pelé il gol è stato reinventato attraverso una grafica tecnologica.

Fa parte della National Soccer Hall of Fame; è stato inserito dal settimanale statunitense Time nella classifica "TIME 100 Heroes and Icons" del XX secolo; nel luglio 2011 viene consacrato "Patrimonio storico-sportivo dell'umanità"; per la FIFA, il CIO e la IFFHS è considerato il Calciatore del Secolo; è stato votato come Pallone d'Oro del secolo e in merito a tale accadimento ha ricevuto, unico nella storia, il Pallone d'Oro onorario nel 2014.

Le parole non bastano a rendere visibile la grandezza di Pelé, genio del calcio e persona mai sopra le righe. Forse, è davvero il più grande sportivo e calciatore di tutti i tempi.

Parabéns, O Rei!