I risultati della domenica calcistica della 14 esima giornata ci riconsegnano una Juventus in salute, che espugna Palermo con un rotondo 3-0, un Napoli sempre più determinato che schianta 2-1 l'Inter di Mancini con un grande Higuain ed i resti di una Roma che non c'è più.La Roma cade contro l'avversario di turno e poco conta che si chiami Atalanta e vinca meritatamente 2-0, perché per come la squadra giallorossa è scesa in campo il risultato poteva essere ben più severo. La prova domenicale della truppa di Garcia è stata a dir poco imbarazzante, ma soprattutto preoccupante per le conseguenze che potrebbe avere in futuro.

A seguito degli ultimi avvenimenti, perciò, secondo Roma Radio e la conferma da parte della società, la squadra capitolina andrà in ritiro a partire da giovedì 3 dicembre per preparare i prossimi impegni e soprattutto non fallire l'appuntamento decisivo del 9 dicembre di Champions League contro il Bate Borisov, vero spartiacque per il futuro non solo della squadra, ma soprattutto del suo condottiere.

Il gioco della Roma sotto esame

Oggi su tutti i giornali di settore e non si cerca di dare una spiegazione a questa ennesima imbarazzante prestazione della squadra capitolina, adducendo mille motivi ed additando per lo più come uno dei responsabili l'allenatore Garcia. Eppure nella sua prima stagione era stato visto quasi come un messia, capace di far ricompattare una squadra allo sbando e portandola nelle zone alte della classifica e di nuovo nell'Europa che conta.

Ora tutto questo sembra essere dimenticato a cominciare dal gioco, inesistente, nonostante gli interpreti siano quasi gli stessi. Tutto ciò che di buono è stato fatto sembra essere svanito in un paio di stagioni, nonostante lo staff sanitario ed atletico sia stato rinnovato e ci siano stati acquisti di qualità, che sulla carta avrebbero dovuto favorire il tanto agognato salto di qualità.

Naturalmente sul banco degli imputati è finito di nuovo Sabatini con le sue scelte di mercato soprattutto sul mancato arrivo di un terzino centrale in grado di far dimenticare la partenza di Benatia e l'assenza di un Castan, che fatica a ritrovarsi.

La crisi della Roma è nel suo DNA

La Roma è una squadra particolare, difficile da comprendere e soprattutto gestire se non si ha un carattere ferreo.

Questo sembra essere il caso di Garcia, arrivato nella capitale con buoni propositi, ma che con il passare del tempo ha perso il piglio necessario per gestire il gruppo. Sembra che l'allenatore, infatti, sia l'unico a credere di poter far risultato, invocando 11 guerrieri in campo e non accorgendosi invece di non avere più in pugno lo spogliatoio.L'errore sta nel dare tutta la colpa ad un solo soggetto, mentre tutti gli interpreti dovrebbero assumersi le proprie responsabilità senza alcun alibi. E' evidente la mancanza di un gruppo unito, la volontà di sacrificarsi per un compagno in difficoltà, eppure questo è l'unico modo per venirne fuori altrimenti si rischia la brutta figura rimediata contro il Barcellona, dove quel 6-1 grida ancora vendetta per lo scarso impegno e la mancanza di carattere con cui la partita è stata affrontata.Questa è la strada da intraprendere, ritrovare la voglia di lottare insieme, altrimenti, questa volta sarà davvero dura rialzarsi.