SI allungano i tempi per il passaggio di mano del Milan. La cessione del 99,93% delle quote azionarie del Club di via Aldo Rossi, che sarebbe inizialmente dovuto avvenire nella seconda metà di Novembre, a quanto riporta l’Agenzia ANSA, è stato procrastinato alle prime due settimane di Dicembre. Lo slittamento non dovrebbe essere nulla di preoccupante, ma è facile immaginare come i tifosi milanisti attendano con impazienza il momento del cosiddetto closing e soprattutto l’arrivo dei soldi della cordata cinese, che dovrebbero dare nel gennaio prossimo nuova linfa al mercato del Milan, decisamente bloccato nella sessione estiva.

I tifosi in ogni caso vedono allungarsi la propria agonia. Proprio tra le frange del tifo milanista ci sono coloro che non vedono l’ora che il cambio di proprietà si concretizzi ufficialmente dopo gli ultimi anni difficili, chi pensa (ancora oggi) che i cinesi non esistano e chi infine vorrebbe che l’ex cavaliere cambi idea e non lasci la squadra. Spesso inoltre, la stampa ha speculato sulla cordata cinese accusandola anche di aver prodotto documentazione falsa.

A quanto pare, comunque, Silvio berlusconi rimarrà presidente onorario. L’ ex primo ministro italiano non solo è stato il più longevo presidente rossonero ma anche il più vincente (5 Champions league e 8 scudetti tra i vari trofei). Prima di lui gli anni difficili di Lo Verde e soprattutto Farina ma anche personaggi di spicco e in alcuni casi estremamente vincenti come Luigi e Franco Carraro, Sordillo, Buticchi, i presidenti degli anni d’oro Rizzoli e Trabattoni, per arrivare, andando a ritroso, a Piero Pirelli ed Alfred Edwards primo presidente.

Vale la pena ricordare, che fulcro della nuova proprietà del Milan sarà la Sino-Europe Sports Investment Management Changxing. Dietro questo non facile nome si nascono abilmente vari investitori tra cui Li Yonghong, che dovrebbe essere presidente della Sino Europe, ma anche Han Li, ex calciatore e direttore generale della società cinese.

Per trovare i soldi per i fondi si è arrivati però a un intreccio ancor più complicato che coinvolge altre società di investimento e arriva a tale Lu Bo, esperto di fusioni e acquisizioni e uomo di fiducia del governo di Pechino.