Perdere fa sempre male. Perdere dopo aver quasi messo al sicuro la vittoria, oltre tutto davanti al tuo pubblico, ancora di più. Ma se, oltre a perdere la partita, perdi anche la testa, comportandoti come un coattello qualsiasi, non meriti nessuna simpatia. Il Manchester City esce davvero con le ossa rotte dalla sfida al vertice con il Chelsea. All'Etihad, i Blues di Antonio Conte vincono per l'ottava volta di fila (1-3) - fra l'altro per la seconda consecutiva in rimonta dopo il 2-1 casalingo sul Tottenham - e rimangono da soli in testa alla classifica quale che sia il risultato del Liverpool domani a Bournemouth.
A Conte, che aveva chiesto una prova di maturità ai suoi, arriva una risposta forte e chiara: Diego Costa, Eden Hazard e compagnia cantante sono lì in alto e non hanno nessuna intenzione di scendere.
Il City vede rosso
Per i Citizens è una botta clamorosa: per il risultato in sé, per come è maturato e per la classifica (ora sono a -4 dai londinesi). Ma a preoccupare davvero Pep Guardiola dovrebbe essere la crisi di nervi dei suoi nel finale, con le espulsioni di Sergio Agüero e Fernandinho al 96' e 97'. Certo, qualche motivo per lamentarsi i padroni di casa ce l'hanno, soprattutto per la mancata espulsione di David Luiz nel primo tempo per un fallo da ultimo uomo, ma l'intervento di cattiveria pura del Kun sullo stesso difensore brasiliano a tempo quasi scaduto è da arresto immediato e probabilmente costerà all'attaccante argentino una lunga e meritata squalifica.
E una lunga e meritata squalifica attende anche Fernandinho, reo di aver preso per il collo Cesc Fabregas e averlo spintonato in tribuna. Per il City questa è destinata a rimanere la gara dei rimpianti. Tante, tantissime le occasioni sprecate in avanti, su tutte il pazzesco errore di Kevin De Bruyne, capace di mandare sulla traversa da tre metri a porta spalancata il tiro del possibile raddoppio poco prima del quarto d'ora della ripresa dopo il vantaggio dei padroni di casa a fine primo tempo grazie al comico autogol di Gary Cahill.
E tanti, tantissimi errori dietro: di Nicolás Otamendi, beffato sul pareggio da Costa, all'11ª rete in campionato; della difesa in generale sul raddoppio in contropiede di Willian (imbeccato proprio da Costa); di Aleksandar Kolarov, ridicolizzato in velocità da Hazard sul 3-1, anche questo in contropiede.
Conte in silenzio, i rimpianti di Guardiola
E a parlare di rimpianti è proprio Guardiola, unico dei due allenatori a presentarsi davanti ai giornalisti. Conte, infatti, è costretto a scappare prima della conferenza stampa per paura di perdere il treno per Londra. Il tecnico del City, prima di tutto, evita di mettere sotto accusa l'arbitro Anthony Taylor per la mancata espulsione di David Luiz nel primo tempo: “Abbiamo perso perché abbiamo sprecato troppo - dice l'ex Barcellona - non per colpa del direttore di gara. È un problema che abbiamo da inizio stagione: facciamo fatica a segnare e prendiamo gol facili. È stata un'ottima prestazione. Abbiamo creato tante occasioni, ma non siamo stati abbastanza cattivi in area.
L'errore di De Bruyne? Avrebbe dovuto segnare, ma non abbiamo perso per quello. Il Chelsea ha avuto tre occasioni e ha segnato tre volte e questa è stata la loro forza. Noi abbiamo giocato ad altissimo livello e sono orgoglioso della nostra prestazione, ma nel calcio a contare sono i gol e dunque alla fine il Chelsea ha ragione e noi torto perché loro hanno vinto e noi abbiamo perso”. Quanto alle espulsioni di Agüero e Fernandinho, lo spagnolo, pur scusandosi per le brutte scene nel finale, non se la sente di gettare la croce addosso ai suoi: “L'intervento di Agüero non era intenzionale e Fernandinho voleva solo difendere un compagno di squadra. Ma è un peccato che sia finita così e mi scuso (per quelle scene, ndr)”. Difficile che la Football Association sia altrettanto clemente...