La Juventus si trova in una fase cruciale della stagione, non solo per gli obiettivi da raggiungere in campo, ma anche per le decisioni che dovranno essere prese a livello dirigenziale in vista della prossima annata. Con la stagione 2025/2026 all’orizzonte, la questione dell’allenatore resta più aperta che mai. Al momento, Igor Tudor sta facendo un buon lavoro e le sue quotazioni per una conferma in bianconero sono in costante ascesa. Tuttavia, nelle ultime ore è tornato prepotentemente in auge il nome di Antonio Conte, un’ipotesi che ha diviso l’opinione pubblica e sollevato molti interrogativi.
Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, ha voluto spegnere sul nascere ogni suggestione legata a un ritorno di Conte. Intervenuto a Juventibus, Moggi è stato netto: "Sgombro subito il problema: Conte non verrà alla Juventus".
Le parole di Moggi
Tudor ha firmato un contratto con la Juventus valido fino a giugno e con un’opzione di rinnovo automatico in caso di qualificazione alla prossima Champions League. Nonostante questa clausola, il club ha comunque mantenuto la facoltà di interrompere anticipatamente il rapporto, lasciando di fatto aperti tutti gli scenari. Tuttavia, sempre secondo Moggi, sarebbe logico puntare sulla continuità: "Se la squadra viene fatta secondo i dettami delle caratteristiche che vanno d'accordo con quelle di Igor Tudor, non vedo perché non debba restare".
L’ex dirigente bianconero ha anche tracciato un parallelo tra Tudor e un altro nome spesso accostato alla panchina juventina, Thiago Motta: "Tudor è giovane, non ha l'esperienza di tanti altri, ma sicuramente può fare meglio di Thiago Motta e non ci vuole molto a fare meglio di Thiago Motta. La grande squadra è resa meno bella proprio dal comportamento di un allenatore, Motta non ha saputo mettere insieme i giocatori, ha esercitato solo il culto della sua persona in mezzo al campo".
Tudor non pensa al futuro
Dichiarazioni forti quelle di Moggi, che riflettono l’idea che a Torino serva un tecnico in grado di far rendere al massimo il potenziale della rosa, più che un nome altisonante. In conferenza stampa, lo stesso Tudor ha mostrato grande pragmatismo e consapevolezza del momento: "L’allenatore vive alla giornata, partita dopo partita.
Il futuro si costruisce oggi".
E alla domanda se si senta un traghettatore o un vero tecnico della Juventus, Tudor ha risposto con decisione: "Quella parola, traghettatore, non mi piace. In 10-20 anni che sono in Italia, non mi dà una bella sensazione".
Il futuro, dunque, è tutto da scrivere. Per restare alla guida della Juventus, Tudor dovrà continuare a portare risultati, convincere la dirigenza e soprattutto ottenere la qualificazione alla Champions League.