La bandiera Antognoni torna a sventolare a Firenze. Il popolarissimo "Antogno" aveva smesso di giocare in viola nel 1987, ne era diventato dirigente nel 1990 fino poi a dimettersi nel 2001. La traversata nel deserto della gloria gigliata è durata 16 anni, proprio oggi il ritorno nell'organico della società dei Della Valle. Un cerchio che si chiude, una grande emozione per tutta una città. Come dimostra Il ministro per lo Sport Luca Lotti che ha chiamato ieri Giancarlo Antognoni per congratularsi e fargli gli auguri per il nuovo incarico di dirigente della Fiorentina.

Il calcio e le bandiere

Non basta essere stati il simbolo di una squadra in campo, per saperla guidare dietro una scrivania. E' la tesi prevalente nel mondo del calcio. Poi però bisogna tener conto che le squadre e la loro storia sono soprattutto dei tifosi, più che di un assetto proprietario. E quando il cuore di un popolo calcistico batte per una bandiera, tutte le dirigenze devono fare i conti con questo sentimento.

Antognoni ok: continua l'esilio di Maldini, Bergomi e Del Piero

Antognoni è tornato a casa, suscitando vasta eco e grande emozione. Restano aperti invece i dibattiti in casa delle tre big tradizionali del calcio italiano. Milan, Inter e Juventus non sono pregiudizialmente contrarie alle bandiere, tanto è vero che nell'organico rossonero è presente Franco Baresi, in quello nerazzurro Javier Zanetti e nel bianconero Pavel Nedved.

Ma il dibattito mediatico che ha riguardato altre tre bandiere, una per squadra, resta aperto. Nel Milan, a intervalli regolari è emerso il nome di Paolo Maldini, anche come plenipotenziario al posto di Adriano Galliani nel Milan Cinese post closing. Ma tutto è tramontato, a suon di dichiarazioni e comunicati. Ricordiamo che nel Giugno 2016, gli stessi Galliani e Maldini si sono parlati e abbracciati in occasione della vernice di una scultura dedicata alla memoria di Cesare Maldini e Giacinto Facchetti.

Sull'altra sponda, il capitolo Bergomi: lo Zio è sempre innamorato dell'Inter e lo si percepisce inevitabilmente, anche senza che lui lo voglia evidentemente, durante le sue telecronache, ma alcuni suoi rilievi critici, che non possono mancare nella sua nuova professione, ogni tanto colpiscono i tifosi nerazzurri in maniera negativa.

Prima o poi il cerchio potrebbe chiudersi anche per lui, lo merita. Capitolo chiuso invece quello di Alessandro del piero: tra lui e Andrea Agnelli non è scoccata la scintilla. E immaginare una nuova proprietà alla Juve senza gli Agnelli, con una strada aperta al ritorno di Del Piero, è esercizio spericolato e sostanzialmente impossibile.