Sono tre le notizie di giornata sul passaggio di proprietà del Milan ai Cinesi. Le prime due vanno in una direzione, il closing; la terza, esprime 12 punti di forte perplessità sul Closing stesso.

Sino Europe prova ad accelerare: Febbraio

Secondo l'edizione odierna de La Stampa, sono in crescita le possibilità che il closing, previsto al momento il 3 marzo, possa essere anticipato a metà febbraio. La Sino-Europe Sports sta accelerando i tempi per non farsi trovare impreparata nel caso in cui non dovessero arrivare le autorizzazioni del governo di Pechino.

Rossoneri Sport Investment sotto il controllo di Hong Kong

La stessa Sino-Europe Sports, che ha sede a Hong Kong, ha acquistato la Rossoneri Sports Investment Luxembourg, veicolo creato con l’obiettivo di prelevare le quote di proprietà e controllo del Milan. Questo passaggio societario, portato alla luce da Calcio & Finanza, avrebbe un significato ben preciso: la catena mirata all’acquisto del club di Via Aldo Rossi sarebbe ormai completa.

Businessinsider.com non ci sta: 12 perplessità in 12 punti

Il Sito www.businessinsider.com ha invece reso note tutte le sue perplessità, sull'operazione Milan-Cinesi, in circa 11.000 battute che qui riassumiamo. Il primo addebito è che, in casi del genere, verificati nei passaggi di proprietà di Inter, Roma e Sampdoria, dopo un primo versamento in denaro, subentra una fidejussione bancaria che fa da volano e in quel momento il controllo del Club calcistico passa immediatamente di mano.

In questo caso molto particolare del Milan, invece, ci sono i bonifici, ma non cambia la catena di controllo e di comando dell'azienda. Non solo: "Di solito operazioni di questo genere vengono finanziate da diversi istituti. I cinesi, invece, non hanno voluto l’aiuto di nessuno dichiarando di avere a disposizione tutto il budget.

Non riescono a transare, ma evitando di chiedere l’intervento di una banca hanno evitato un controllo dei conti (due diligence) approfondito". In questo tipo di considerazione, che si ritiene un "punto oscuro" da parte dei redattori delle 12 domande-inchiesta, vengono fatti dei rilievi ad personam su Silvio Berlusconi in quanto personalità politica in vista.

Ma in questo momento lo stesso presidente del Milan non ricopre alcun tipo di incarico pubblico. Si passa poi al ruolo-chiave del colosso Huarong, sempre secondo Businessinsider.com che avrebbe anticipato la seconda caparra da 100 milioni In questo caso è controversa la firma di un suo dipendente sul documento delle Isole Vergini: secondo alcuni è riconducibile al colosso, secondo altri è un indirizzo di posta elettronica fine a sè stesso. Ne "i 12 punti" ci si chiede perchè Huarong non sia intervenuta direttamente, visto che è indiscutibile la sua capacità di affrontare un esborso di 100 milioni di euro: "il gruppo - sottolinea sempre Businnesinsider - ha un fatturato da oltre 11 miliardi di dollari e asset gestiti per oltre 110 miliardi e negli ultimi due anni ha collocato obbligazioni in dollari americani per quasi cinque miliardi".

Il dossier chiude con altri interrogativi, ma è cauto sul sospetto dei sospetti: "E’ possibile che siano soldi di Fininvest?". Qui riscontriamo cautela: "Impossibile dirlo. Alle Isole Vergini Britanniche esiste una delle casseforti riferibili a Silvio Berlusconi, ma è troppo poco anche per avanzare un sospetto. La holding della famiglia Berlusconi respinge ogni illazione. I fatti accaduti finora indicano in ogni caso che l'operazione con i cinesi ha già portato a Milano 200 milioni di euro di caparra che resteranno alla Fininvest", anche se la vendita del Milan non dovesse andare poi effettivamente in porto.